28 febbraio 2007

Todo lo que yo quiero es amor pa' mi

Avrete presente le suicide girls. D'altronde non ho intenzione di analizzare diffusamente il fenomeno: ciò che si poteva dire su di esso, è stato detto qui. Io non voglio parlare, perciò, io voglio agire. Ho deciso di diventare un suicide boy, o qualcosa del genere. D'altronde se il femminismo ci ha insegnato qualcosa, è che la lotta tra i generi si fa al ribasso: anch'io voglio umiliare la mia dignità e il mio buon senso svergognandomi su Internet. Non posso? Solo perché ho il pisello? Siete dei sessisti, ecco cosa siete.
(In verità c'hanno già provato, ad inventare i suicide boys: ma come esaurientemente dice wikipedia, Infrequent attempts to have this part of the site integrated on a commercial level are often met with derision. Quindi sono anche un incosciente, oltre che un pornografo. Ma va bene).
Ora, siamo onesti: che mi manca per essere un oggetto del desiderio alternativo? Moro, sono moro; pallido, sono pallido; incurante della decenza, lo sono pure, anche se non al livello di una che come autori preferiti elenca Thomas Mann, Italo Calvino, Beppe Fenoglio, Federico Moccia. Un po' come i miei gusti in fatto di gelato! Infatti, io prendo sempre un cono cioccolato, vaniglia e merda. La merda me la faccio mettere sempre come prima palla: così rimane alla fine, piacevolmente impregnando il biscotto. E con questo credo di avere dimostrato la mia indiscutibile credibilità come Suicide Boy. Ora passiamo alla seconda caratteristica da imitare, dopo l'ignoranza assoluta: le foto sgranate e fintamente artistiche. Che oltretutto riscuotono molto successo presso le legioni di frequentatori di quelle pagine: maschi che d'altronde hanno una confidenza col corpo femminile assimilabile a quella di Cecchi Paone, però sotto radice quadrata. Esempio: questa foto qui. Fantastica questa foto, dice un commentatore digitando con una mano sola: ma la sua affermazione contiene ben due errori (tre, contando la pretesa implicita di trovare donne su un sito del genere). Il primo è che quella roba sia fantastica; il secondo, che si tratti di una foto. E' un fotogramma rubato ad un film snuff-porno giapponese, in cui alla fine la protagonista viene uccisa da un samurai vestito da Doraemon. Anzi, se fossi un parente della vittima mi sentirei anche offeso per la mancanza di rispetto. Ma a parte questo: che ci vuole a fare una foto pretenziosa e finto-artistica? Niente. A questo proposito sono orgoglioso di presentarvi il primo photo-set della mia luminosa carriera.

Visioni d'avambraccio
L'occhio della madre proletaria
Intimità
Intimità laterale

Ecco. E ora non vi resta che mettere mano al portafogli e comprarmi le cose che voglio, senza che sia costretto a ricorrere a espedienti sordidi quali la ricerca di un posto di lavoro. Ah, perché mi ero scordato di dirvelo: tutto il baraccone delle ragazze "alternative" e "vere" che si spogliano su internet serve a questo, a convincere gli estimatori a regalare loro tutto quanto desiderano. Ci sono apposite liste dei desideri. Io sono molto umile, però, per cui al momento chiedo solo:
-uno snocciolatore di olive;
-una maglia del Lecco,
-e Il padiglione d'oro di Mishima, perché domenica mi è rimasto sul treno (sì, di sua spontanea volontà).
Se lunedì mattina non è ancora arrivato nulla mi sento tradito.

categorie: ,

26 febbraio 2007

Accade in Italia, oggi

Domani sera inizia il festival di Sanremo. Una rassegna frizzante, stimolante, ma soprattutto nuova e giovane: tanto che se cadesse sul teatro Ariston un Hercules C-130 carico di Carbonio 14 non basterebbe comunque a datare i protagonisti della kermesse. Per gli amanti del genere, segnalo ad ogni modo che domenica prossima si rigioca la battaglia del Sentinum; sperando che stavolta vincano i buoni. Il raduno è fissato per le undici di mattina. In caso di maltempo, gli umbro-gallo-sanniti sfideranno la feccia latina e picena al Palasport di Fabriano. Pranzo al saccheggio per tutti coloro che vorranno partecipare alla giornata.

***

Stando al noto quotidiano demenziale Repubblica, il nullafacente biondo Lapo Elkann avrebbe espresso il dubbio che la sua overdose di qualche tempo fa sia stata orchestrata da Moggi. In questo caso, per "orchestrata" non si intende che Moggi gli abbia offerto la droga, magari adulterandola, o l'abbia costretto a farne uso: semplicemente, avrebbe prestamente allertato un fotografo in modo che non fosse possibile tener nascosta la vicenda. Elkann si rivela così un raffinato pensatore Zen, che attualizza e risolve il famoso problema dell'albero che cade nella foresta: come quello si abbatte al suolo senza far rumore, così l'overdose ha avuto luogo solo perché Moggi ne ha messo al corrente un cronista. Non ci fosse stato nessuno a testimoniarle, né la droga né le sue conseguenze sarebbero mai esistite.
E c'è chi lo definisce un cretino.

***

E poi c'è il governo (?) Prodi. Caratteristica dei governi Prodi è la presenza combattiva e soprattutto lungimirante di pattuglie di cosiddetta sinistra, la cui attività principale sembra essere quella di spingere a destra la composizione e la politica dei governi di cui fanno parte. La moda si iniziò nel 1998, quando per futili ragioni venne abbattuto il primo governo di sinistra della storia italiana; allorché l'Ulivo, per mantenere la maggioranza in Parlamento, si allargò a Mastella e ad altri esponenti della controcultura antagonista beneventana. Oggi, dopo la bocciatura sull'Afghanistan (scaturita dalla considerazione sensata e soprattutto assai progressista che i diritti umani per i musulmani e i negri non valgono, e che quindi si può anche venire a patti con i talebani), per resistere al Senato si è arrivati a cooptare Follini. Ci vorrà del tempo, ma osservatori vicini a Rifondazione Comunista non disperano di avere verso il 2027 il primo governo di sinistra allargato a Forza Nuova.
Allora sì che potremo permetterci una vera politica di riforme e di cambiamento della società italiana. Yawn.

categorie: ,

22 febbraio 2007

Tre racconti in una giornata

Come faceva sempre, il distinto signore della scala B si recò a fare colazione nella pasticceria dall'insegna gialla, situata sull'altro lato della trafficata strada di prima periferia. Entrando, notò che la cameriera era una ragazza nuova, che non aveva mai visto nel quartiere; una ragazza alta, con i capelli color cenere e gli occhi giallo scuri. Ordinò un caffè lungo e una fetta di torta alla nocciola, come sempre. La cameriera, inabituata a quella pronuncia sbiascicata, gli servì una fetta di torta alla fragola, pur con il dubbio di aver capito male.
Il distinto signore guardò la torta e poi la ragazza; lei guardò il signore che la guardava, poi la torta.
Il signore pensò che non era il caso di fare storie e magari di esporre la nuova cameriera ad una figuraccia davanti agli altri clienti. Prese il piattino e si mise al tavolo. Mentre affondava il cucchiaino si avvide con stupore di non aver mai mangiato prima delle fragole; per quel che si ricordava, da ragazzo gli sembravano troppo colorate e volgari, da adulto le aveva giudicate frivole, da vecchio le aveva dimenticate. Quanto al gusto, concordava con chi le definiva troppo dolci, pur non avendole mai assaggiate.
Per un deprecabile caso del destino, il distinto signore aveva un'allergia alle fragole. Comprensibilmente, non gli era mai stata diagnosticata. Mentre si dibatteva in terra tra lo sgomento degli altri clienti, l'anziano ricordò una scena simile, vissuta al tempo nebuloso della sua infanzia. Poi perse conoscenza.
Quello fu un pessimo primo giorno di lavoro, per la ragazza con i capelli color cenere.

***

Il matto del paese era conosciuto da tutti come un tipo rumoroso ed innocuo. Nessuno credeva alle sue storie, la sera al bar quando ritornava tutto sporco, dopo intere giornate passate nei boschi ad accumulare quello che la gente ha abbandonato o non cerca più. Quando la baracca in cui viveva dovette essere abbattuta per fare posto ad una nuova strada, non ci fu nessuna difficoltà: lo invitarono al bar, gli pagarono parecchi giri e lo fecero parlare delle sue grotte e dei suoi nascondigli ricolmi di tesori. Quando uscì dal bar, molte ore dopo il suo ingresso, non trovò più la baracca. I ragazzi che lo seguirono per farsi quattro risate riferirono che non aveva neanche bestemmiato. Stette qualche tempo riparato nei boschi, senza che la gente del paese si preoccupasse. La stagione era mite e lui conosceva i posti. E poi, non aveva forse i suoi rifugi segreti?
Un giorno tornò con delle assi grezze, alberi fino a poco tempo prima, e si diresse al centro della nuova rotatoria. In pochi giorni costruì una nuova baracca.
Passò poco tempo, e molti si diressero dal sindaco e dai carabinieri a protestare: la costruzione era rozza e brutta, bassa e rincagnata come un bunker, inoltre il matto sbraitava alle auto e minacciava i passanti; insomma c'erano parecchi motivi per intervenire. I vigili urbani e i militi non presero la cosa sul serio, all'inizio. Un giorno però il matto cominciò a piantare pali aguzzi all'esterno della sua baracca e a lanciare i rametti spezzati, inservibili per il suo progetto, contro le auto che sfrecciavano intorno alla sua proprietà. Allora finalmente calzarono i cappelli ed intervennero. Ma il matto aveva già piazzato la mitragliatrice.

***

Aveva desiderato quella donna per mesi. Era incantato da quella creatura. La sua bellezza era nulla rispetto al piacere che gli procurava il suono della sua voce; a sua volta, questo era un godimento minimo e insignificante, se paragonato all'orgasmo che gli causava l'odore di lei. Costruì il nido in cui aveva intenzione di accogliere il loro amore con la meticolosità e la precisione degli uccellini; fino al giorno in cui lei lo invitò a cena a casa sua.
Era bellissima, quella sera, e tra loro non c'erano più steccati né segreti. Lui tremò di gioia quando lei gli accarezzò l'avambraccio.
Si baciarono a lungo. Lui conobbe la morbidezza del corpo di lei. Si spogliarono in salotto e si contemplarono nudi. Lei lo prese per mano e lo condusse al suo letto. Lui volle andare in bagno, perché aveva bevuto un po' e soprattutto perché il cuore gli batteva a mille. Si guardo allo specchio e si vide felice e realizzato: lei era la donna che sognava. Pensò a quella notte di passione che stava per cominciare; pensò al risveglio del giorno successivo e ai mille risvegli che sarebbero seguiti, sempre sdraiati fianco a fianco. Non ebbe difficoltà ad immaginare i suoi figli nati da quella donna, la vita comune che li attendeva, la vecchiaia affrontata mano nella mano.
La bellissima donna sentì una folata fredda ed una porta che sbatteva. Dalla finestra del bagno, lo osservava incredulo mentre correva in strada, nudo in mezzo ai clacson. Sentendosi chiamato, egli accelerò e schizzò via. Lei continuava a stringere la maglia che odorava di lui.

categorie:

20 febbraio 2007

La casa nasconde ma non ruba

-Vieni, vieni qui. Sali sulla seggiola e guarda fuori dalla finestra.
-No, ho da fare.
-Non hai da fare un cazzo. Sali sulla seggiola.
-Va bene. Che c'è?
-Vedi là, in fondo a sinistra?
-Dopo la chiesa?
-Sì, molto più in là.
-Sotto il lampione? C'è parcheggiata un'Alfasud. Ammazza, non la vedevo da un sacco. Ha anche i dadoni attaccati allo specchietto retrovisore!
-Sì, interessante, ma guarda più a sinistra.
-Ah, ma c'è Dio!
-L'hai visto? Sta sempre lì, a quest'ora. Legge il giornale appoggiato al lampione.
-L'Alfasud è sua?
-Non so.
-Poi controlliamo.
-Non credo, sai. Mi pare piuttosto contrariato, anzi, perché con la macchina lì non può appoggiarsi al lampione.
-Hai ragione. Era un po' che non lo vedevo, tra l'altro.
-Il modello? Eh, ma chi cazzo va in giro con un'Alfasud oggi?
-No, dicevo Dio. Era un po' che non vedevo Dio. Mi sa... aspetta... può essere ai playoff del 2000? Quando abbiamo pareggiato in casa con l'Arezzo? Dio era vicino a dove mi metto io di solito. Dove stanno i Rebels, non so se hai capito. Aveva un giacchettino di jeans con le toppe, mi ricordo, e la cosa era buffa perché si era a giugno.
-Non abbiamo pareggiato. Abbiamo vinto 2-1.
-Ma no, 1-1 in casa e in trasferta e siamo passati noi. Una delle toppe era la bandiera confederata, ora che ci penso.
-No, 2-1. Perdevamo 1-0, poi hanno segnato Terrevoli e non mi ricordo chi. Ad ogni modo, tu non stai attento. Guarda, ti faccio vedere. Da' un occhiata sotto il comò.
-Ma mi impolvero tutto, è basso e striscio per terra il maglione.
-Se tu pulissi, ogni tanto, non sarebbe così polveroso. E comunque ho passato il folletto stamattina, se aspettavo te...
-Allora guardo, eh? Non è che mi sporco?
-Che palle che sei. Non ti sporchi.
-Toh, 20 centesimi. Ah no, sono 200 lire! Incredibile!
-L'angolo a destra.
-E' vero! C'è Dio anche qui. Ma guarda com'è piccolo!
-Non è che ci sia tanto posto per stare larghi, in effetti.
-Va bè. Che ragionamento del cazzo, è onnipotente.
-E quindi doveva sovvertire lo spazio e le altre leggi della fisica.
-Poteva.
-E quindi quando venivano ospiti qui in casa noi eravamo costretti a dire loro:"Occhio a non buttare roba per terra, potrebbe non cadere e anzi infilartisi in un occhio perché c'è Dio sotto il comò e in questa casa non vige la gravità".
-Come al solito, tu fai delle forzature.
-Non sto forzando nulla, traggo conclusioni perfettamente logiche.
-Va bene, va bene. Cacchio, 200 lire. Queste sì che non le vedevo da un sacco. Ti ricordi quando con 200 lire facevi una partita a street fighter?
-Io prendevo Dhalsim.
-Io E. Honda. Ché poi per che stava la E.?
-Emiliano.
-Emiliano Honda?
-Sì, non l'hai letta la scheda su Wikipedia? Nella finzione è figlio di un lottatore giapponese e di una casalinga veneta. Anzi, di un motore otto cilindri e di una tagliatella.
-Non capisco perché ti diverti così tanto a fare la cretina.
-Perché sono viva adesso! Quando devo farlo?
-Vado a prepararmi un uovo sbattuto.
-...
-Ehi, ma c'è Dio nel vaso dello zucchero! Dimmelo, no?
-E' in quello del sale fino, testone. Hai preso il vaso sbagliato. Anzi, ringrazialo, ché se non era per Lui ti eri preparato proprio un bello schifo.
-Domani vado a messa.

categorie: ,

17 febbraio 2007

A letto col Gattusometro

Viviamo in un'era in cui le difficoltà di relazione hanno molto spesso conseguenze drammatiche su quello che è il motore e il centro di ogni rapporto amoroso: ossia il sesso. E' impossibile che l'amore funzioni se il sesso non va. Ma a tutti voi che siete là fuori e soffrite, voglio lanciare un appiglio di salvezza (e voglio essere pubblicato da Fazi come già un'ottantina di bloggher erotiche, per lo più analfabete): ho dunque raccolto e messo insieme quelle pratiche sessuali dell'ultima generazione che possono davvero aiutare a ravvivare o a costruire un legame durevole e felice. Sia chiaro che non lo faccio per me, io la ragazza neanche ce l'ho; e non posso certo andare allo Zoo di Falconara a fare l'amore con gli yak*.
Ma passiamo all'esame comparato dei novissimi ritrovati:

il paziente inglese
Per questa pratica occorre che l'uomo esca di casa con un'elegante sahariana, o -nelle giornate primaverili- vestito di leggero lino e con in testa un cappello di panama. Poi egli si siede al tavolino di un caffè, ordina qualcosa di caldo e si slaccia i pantaloni, rivelando alla folla la propria eretta virilità. L'uomo comincia allora a leggere con attenzione e insieme nonchalance un quotidiano autorevole, quale la Frankfurter Allgemeine Zeitung, le Monde o il Sole 24 ore, finché una donna, colpita dall'insieme, non si avvicina al tavolo e non dà inizio alla giostra dell'amore; sulla quale, con il rispetto che ci contraddistingue, glissiamo. L'attesa può durare pochi minuti, oppure ore. L'uomo dovrà mantenere possente e desiderabile il proprio membro richiamando alla mente immagini piacevoli, quali l'incredibile bellezza della donna ritratta da Louis Janmot in Fleur des champs o la sagacia tattica di Hans Meyer che tante soddisfazioni arreca e arrecherà all'FCN. E' utile anche versare qualche goccia di tè o caffè caldo sul pene; ma ponete attenzione che non sia zuccherato, oppure arrivano i calabroni e sono problemi vostri.
Soddisfazione dell'uomo: moderata, come si addice alla flemmatica civiltà d'Oltremanica.
Soddisfazione della donna: se riesce a concludere prima che il barista chiami gli sbirri, altissima.

il gabriele muccino
E' quando la donna urla istericamente durante il rapporto, ma anche quando è in giro per casa o in fila alle poste, la mattina per chiedervi cosa desiderate per colazione e se vi siete ricordati di passare in banca. L'uomo la schiaffeggia e la tradisce con la sua migliore amica. Lei continua ad urlare.
Soddisfazione dell'uomo: buona, è una pratica molto liberatoria.
Soddisfazione della donna: non è un problema che ci si ponga, nel gabriele muccino.

eurogol
Utilizzabile quando la donna vuol fare l'amore e su Sky ci sono gli ottavi di Champions. L'uomo a quel punto esce con la scusa di comprare i preservativi, si reca ad un bar malfamato e torna a casa con i contraccettivi e uno slovacco reclutato sul posto con pochi euro. Lo slovacco viene infilato nel letto matrimoniale, mentre il maschio italiano prende posto sul suo trono davanti alla tivù. E' possibile che, sentendo il fischio d'inizio, lo slovacco si sottragga al rapporto sessuale e cerchi di raggiungere il salotto per vedere la partita: ma verrà respinto a pedate sulle chiappe slave e obbligato a portare a termine il suo dovere. Più volte, perché le partite durano novanta minuti e nessuno vuole donne in giro durante quel lasso di tempo.
Soddisfazione dell'uomo: perfetta.
Soddisfazione della donna: c'è slovacco e slovacco, ma mediamente più che buona.
Soddisfazione dello slovacco: buona. Se registrate il match e gli regalate la cassetta: perfetta.

piacere liquido
E' una pratica molto dolce e romantica. Si tratta di affittare una barchetta e di recarsi a qualche centinaia di metri dalla costa; lì tirerete i remi in barca, spoglierete con lentezza e maestria la vostra donna e la possederete lì, mentre lo sciabordio delle onde vi culla e vi riporta ad una dimensione primigenia e semplice dell'esistenza; e le onde si infrangono sulla barca imperlando i vostri giovani corpi di gocce salmastre. Chiusa la faccenda, telefonerete ad alcuni pirati barbareschi che sostavano nelle vicinanze, coi quali vi eravate precedentemente accordati, e venderete loro la giovane cristiana. La richiesta degli harem algerini e turchi è d'altronde incessante, e potrete spuntare un buon prezzo.
Soddisfazione dell'uomo: dovete saper trattare.
Soddisfazione della donna: da non sottovalutare, ci sono fior di sceicchi e beglerbey pronti a colmarvi di regali e di attenzioni. Non come questi maschietti italici di oggi.

silvio berlusconi's pragmatic moment
La donna resta a braccia conserte, immobile. L'uomo si prostra davanti a lei, chiede scusa per le innumerevoli mancanze e implora il perdono. Per una settimana l'uomo lava i piatti; per un mese, non batte ciglio sulle frequenti razzie di lei in negozi di scarpe.
Soddisfazione della donna: altissima.
Soddisfazione dell'uomo: se serve ad evitare un divorzio o uno sputtanamento...

auf die deutsche weise
L'uomo passa la serata a trangugiare salsicciotti e a bere litri di ottima birra. Poi, grugnendo, afferra la compagna e la porta sul giaciglio. Qui dà una ventina di vigorosissime pompate, poi nel momento stesso in cui eiacula si addormenta e precipita a corpo morto sulla donna, che non ha alcuna possibilità di sottrarsi alla situazione. Se ha avuto l'accortezza di nascondere il telecomando sotto il cuscino, la donna può almeno guardare la televisione. L'uomo si alza dieci ore dopo, felice, riposato e pronto a conquistare il mondo. Si noti che probabilmente serve il fisico possente e il temperamento dolce di una donna germanica per sostenere questa pratica.
Soddisfazione dell'uomo: ottima. Non c'è neanche la tristezza post coitum. Solo sogni e bavetta sul cuscino.
Soddisfazione della donna: se i tedeschi sono ottantadue milioni e sono bellissimi, significa che la cosa va.

il richiamo della foresta
E' una notte di luna. Il tepore della notte è gradevole; prendi la tua donna per mano e la conduci nel folto di un boschetto. All'improvviso si apre davanti a voi una radura illuminata dai raggi d'argento. Lì vi amate e ritrovate l'animalità più vera e sincera, la purezza nei rapporti tra i generi, il piacere di essere -grazie al sesso- parte viva e pulsante della natura.
Soddisfazione dell'uomo: altissima.
Soddisfazione della donna: altissima.
Soddisfazione dei gufi, dei barbagianni e delle faine che vi osservano interessati: ottima.
(Se sentite U! UHU! non vi fermate. E' un UHU di stima).

*è illegale. E scomodo.

categorie: ,

16 febbraio 2007

Salviamo Mussolini dall'emergenza bullismo

Vi sarete accorti che negli ultimi anni la società è dominata dalle donne ed il maschio è sottoposto ad un continuo pestaggio morale. Non ve ne siete accorti? Mi domando dove cazzo viviate, davvero. Queste arpie, queste pazze, queste castratrici, queste neonaziste che desiderano la totale sottomissione del genere maschile, eccetera eccetera... ogni giorno fanno un passo avanti nella loro nefasta opera. Non c'è niente da ridere. A questo sporco piano di dominio e persecuzione collaborano menti lucide e raffinate, tipo le Destiny's Child. Perché non c'è nulla di più femminista che dimenarsi in abiti succinti in sessantatré video diversi. O avere una relazione con quella nota ideologa femminista lesbica di Jay Z. In effetti queste rivelazioni richiedono tempo per essere assimilate. Eppure c'è chi ha già capito e cominciato a lottare: pensate solo che c'è gente là fuori, persone qualunque cone me e voi, tipi che amano la vita, proprio come me e voi, cui piace gustare una birra allungati su una sedia, proprio come me e voi, che ascoltano Gigi d'Alessio e la domenica sera non si perdono per Amici per nulla al mondo, un po' come voi, gente normale insomma, che pure ritiene "realistica" e "preoccupante" l'eventualità dell'estinzione del sesso maschile. Aspetta un attimo: ma questo non creerebbe dei problemi a quella roba lì, come si chiama... ah, già, la continuazione della specie? Ma no, sono un pignolo io, si tratta invece di un pericolo reale. Un po' come le orche assassine in metropolitana.
D'altronde la prova provata che questi difensori del genere maschile sono persone equilibrate, sane, in grado di discernere le esagerazioni propagandistiche dai veri rischi per il futuro del nostro sesso, è il fatto che ritengano credibile questa roba qui. Cito alcuni stralci.
"Se una metà della popolazione si riproducesse per via eterosessuale, e l'altra metà per partenogenesi, nel giro di una sola generazione si potrebbe raggiungere una proporzione della popolazione del 75% di femmine e il 25% di maschi." (-S.M.Gearhart)

E se "quella metà" della popolazione continuasse a riprodursi per partenogenesi, dopo un pò si arriverebbe alla fatidica proporzione del 90% di femmine e il 10% di maschi.
E a quel punto, cari compagni, minimo minimo ci scapperebbero tre chiavate a sera, data la sproporzione numerica. Lo so che state sbavando. Già vedo le sezioni dell'UDC assediate da donne vogliose e i poveri studenti di ingegneria informatica violentati da nugoli di femmine che strapperebbero loro senza pietà i jeans troppo corti, le maglie degli Slayer e gli occhiali spessi; per possederli lì, davanti alle lavagne piene di algoritmi e ai banchi su cui normalmente si contano i punti del fantacalcio.
Questa è, in sintesi, la teoria e il sogno confessato di Sally M. Gearhart, di Mary Daly, e di altre femministe radicali come l'ormai defunta Valerie Solanas. Due anni dopo l'uscita del manifesto per il genocidio di genere, la Gearhart pubblicò un altro libro, una sorta di storia fantastica ambientata nel futuro in cui le donne vivono in un'enorme comunità lesbica nelle "colline" e sono in grado di comunicare per via telepatica tra di loro, e per di più son capaci di comunicare anche con gli animali e con gli alberi.
Ma non hanno ancora capito la regola del fuorigioco.
Come dimostrare però, al di là di queste affermazioni di sparuti gruppi ultrafemministi, l'attualità del dominio femminile? Così. Vi faccio un breve riassunto. Una professoressa di psicologia* della Colgate University (sic) ha condotto un esperimento consistente nel piazzare due attori -maschio e femmina- in un parco pubblico. I due simulavano un diverbio di coppia, che si concludeva con un'aggressione fisica della donna all'uomo. I tizi del sito si meravigliano, anzi si indignano, perché nessuno dei passanti (solo un gruppo di donne) si è fermato e ha cercato di mettere fine alla lite e al pestaggio. La domanda che ne scaturisce è dunque questa: come mai non c'è empatia verso l'uomo picchiato? Perché la violenza della donna può continuare impunemente?
Ve lo dico io perché. Perché esseri umani alti 165 centimetri e scoordinati non sono un pericolo per nessuno. Nessuno che abbia mai visto una partita di un qualsiasi sport di squadra femminile può prendere sul serio la minaccia di un mondo dominato dalle donne**. Anzi, sapete una cosa, cari autori della ricerca? Se nel parco fosse passato Darwin, avrebbe sparato all'uomo. E poi avrebbe copulato sull'erba con la donna, lieta di trovare nell'anziano naturalista inglese un vero maschio alfa.
Ad una prima analisi, tutta questa visione neomaschilista propone dunque un uomo molto ben definito: un efebo piagnucoloso e paranoico, presumibilmente omosessuale, dato che le donne sono il nemico. E allora chi rischia davvero di far estinguere l'uomo? Perché purtroppo tra le forme di riproduzione della razza umana non c'è ancora la partita alla Playstation. Questo, tra l'altro, è il motivo per cui non danno mai l'affido dei figli a uomini del genere: perché darebbero loro un'educazione troppo effemminata.
Ma in seconda analisi, oltre ad essere incredibilmente gay, tutto questo baraccone è anche piuttosto astuto: in effetti, esso si impadronisce dell'arma del nuovo millennio, il vittimismo. Ci avrete fatto caso: da qualche anno non c'è rivendicazione, battaglia storica o sociale o politica, non c'è polemica che non si faccia largo con il vittimismo e con il pietismo verso il più debole (non in quanto aggredito; proprio in quanto tale). Prendete la rivalutazione del fascismo in corso ormai da anni: essa non è proceduta perché qualcuno ha detto "In realtà, Mussolini era bravo", o qualcosa del genere. Questo sarebbe stato un argomento; falso, ma pur sempre un argomento. Oggi basta dire:"Eh, Mussolini non sarà stato uno stinco di santo, ma quanti ne ha ammazzati rispetto a Hitler?", e il dittatore romagnolo diventa immediatamente accettabile. Non perché non fosse malvagio, ma perché era un malvagio incapace e dominato dal Cattivo per eccellenza. Un malvagio debole e coccoloso, che viene voglia di abbracciare. Il bello è che la reductio ad Hitlerum è così universalmente valida che la si può utilizzare in ogni campo:
"Certo che Inzaghi quest'anno è davvero deludente, avrà segnato due gol in campionato...".
"Sì, ma Hitler quanti ne ha fatti? Eh?" (con tono trionfante).
Per non parlare dell'infinita serie di sono stato frainteso, le toghe rosse, l'egemonia comunista, ecc... ecc... sciorinata ormai da tredici anni dal nostro ex Presidente del Consiglio. Una volta il gusto per la rappresentazione di sé come perseguitati e zittiti dalla maggioranza era tipico della destra estrema e della sua lunga tradizione di Soli contro tutti, Noi felici pochi, Le donne non ci vogliono più bene e di tutti quegli slogan di stampo omoerotico. Adesso piangere non è più la reazione delle donnicciole: ora piangono i veri maschi, come abbiamo visto.
Le donne, i comunisti, Putin, i no global (?), le coppie di fatto, i tifosi dell'Udinese che non possono andare allo stadio, in genere tutti i nemici dell'Occidente sono i bulli globali; Ruini, il povero esercito esercito statunitense che chiede solo qualche metro quadro della città di Vicenza per parcheggiare la jeep, il fascismo italiano, i poliziotti del G8, Sandro Bondi, questi sono tutti ragazzini down pestati mentre la classe non reagisce. E ovviamente coi bulli non si dialoga: i bulli vanno solo repressi, con le leggi speciali e mentre l'opinione pubblica benedice compatta il ritorno all'ordine.
E adesso rileggete i proclami neomaschilisti e pensate se sono solo ridicoli e patetici, oppure se non sono piuttosto ridicoli, patetici e subdoli.

*per quanto possa sembrare incredibile, esistono professori di psicologia. Nel futuro ne esisteranno anche di arredamento d'interni e di altre attività certamente meno futili e campate in aria, almeno spero.
**presto, su questo blog, parleremo delle vere minacce all'ordine attuale.

Compito per casa: leggete questo stupendo post sui bulli e il bullismo.

categorie: , ,

12 febbraio 2007

Il futurismo del futuro

Questa sera non mi passava un cazzo, così ho riesumato Filippo Tommaso Marinetti, l'ho messo davanti ad un computer, gli ho spiegato la cosa dell'Internet e gli ho chiesto un commento.
Ecco come ha risposto.

scritte scrittine lettere grosse e piccole
minchiate lì là qui qua ovunque minchiate
ding ding ding
messengerio finestre su finestre su finestre
numerosissime kappa
foto di tapini spiritosaggine obbligatoria meschini patetici goffi
parlottio ignoranza disgrafia morte fine
ding ding ding
chiudere finestre su finestre su finestre
clicca clicca clicca tip tip tip
soffi sbuffi sospiri manutenzione
ricercare la pagina controllare l'indirizzo aggiornare aggiornare
riprovare più tardi

bestemmie

dèèèn dèèèèn
ricercare la spina
(ALLEGRO) finestre verdi e verdi e verdi
carte denaro offerte promesse
menzogne
(PRESTO)
professori nigeriani annunciano eredità ricca
bambini leucemici ricercano aiuto onesti onesto onestamente
viagra gratis peni durissimi sfidano la gravità

menzogne
altre
ancora
altre promesse femmine sesso
grandi seni ovunque penetrazioni numerosi inaspettati ovunque peni gemere
(PRESTISSIMO) immagini poco visibili allargare la finestra presto presto
sgranate mano delusa rallentare ritmo
costernazione

fallimento


ritentare

blogger femmine scrivere scrivere
sesso cultura sapiente provocazione libertà liberazione femminile
uomini infoiati sguardo assente menzognero strisciare adulare
masturbarsi masturbarsi masturbarsi
sperma a fiotti a file a fiumi

mordere vergogna alla gola groppo magone tristezza
spegnere chiudere nascondere rimpiangere pentirsi allacciare ripulire



frenetico ripensare segnare appunto
cercare vita sociale

categorie:

10 febbraio 2007

Arcitaliani e antitaliani

Le generalizzazioni e i pregiudizi sono, nella gran parte dei casi, da evitare. Ad esempio, io ho istintivamente la convinzione che tutti coloro che facevano parte del Partito Comunista Italiano fossero persone serie ed intellettualmente oneste. Per fortuna ogni tanto la realtà mi smentisce; come mi è successo oggi, mentre leggevo questo articolo del Corriere su Napolitano e il Giorno del Ricordo delle foibe. Non che l'attuale presidente della Repubblica sia nuovo a manifestazioni di squallore e cialtronaggine: ricordiamo tutti quando l'anno scorso deprecò l'invasione sovietica dell'Ungheria, che -come ogni persona onesta sa da 50 anni- fu un atto cieco, sanguinario e imperialista, a meri scopi di legittimazione personale (OMG! Un comunista al Quirinale! OMG!). Oggi, validamente supportato dai mezzi di comunicazione, ha piegato i morti in Istria, Dalmazia e regioni circostanti -non interessa in questa sede se infoibati o no, italiani o slavi, fascisti o comunisti, civili o militari; che il rispetto per i morti, in una società civile, va oltre- ad una meschina, prima ancora che vergognosa, operazione di propaganda politica e di falsificazione della storia. Il livello culturale e storiografico di questa strumentalizzazione, mascherata da omaggio alle vittime delle foibe e rivendicazione dell'italianità calpestata, appare tra l'altro evidente dalle notazioni "storiche" dell'articolo ("...tra il 1943 e il 1945, vennero fatti sparire migliaia di oppositori al regime di Tito...": oppositori al regime di Tito? Nel 1943-1945? Boia, che precursori) e dalla meravigliosa cartina, in cui i presunti difensori del nostro retaggio nazionale non trovano di meglio che scrivere Rijeka, Rovinj, Pula, al posto dei nomi normali e corretti per chi conosce la lingua e la storia del nostro Paese, cioè Fiume, Rovigno, Pola. Ma tant'è, devono aver spostato la redazione del Corriere a Banja Luka; oppure, ma forse sono maligno io, la Venezia Giulia italiana per questa gente è solo un pretesto: se domani facesse loro comodo, andrebbero con i nazionalisti croati a scalpellare i leoni di San Marco dalle città dalmate.
Considerato tutto questo, non vale neanche la pena di polemizzare, dal punto di vista della ricostruzione storica, con gente che non sa neanche lontanamente cos'è l'Adriatico, chi sono "gli slavi" e chi "gli italiani", chi ha cominciato a dividere per "razze" e a porre in scala gerarchica le popolazioni giuliane e dalmate, tantomeno come si è arrivati alla tragedia delle foibe. Però non si può sorvolare sulla bassezza etica di un presidente della repubblica che arriva a dichiarare che di tali massacri non si è parlato perché c'era qualcuno che tendeva ad ignorare la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica: ora, chi è stato deputato del PCI, poi PDS e DS, per la zona di Napoli dal 1953 al 2006? Chi poteva parlare e invece ha taciuto? Potete scegliere tra a)Josip Broz detto Tito, b)Giorgio Napolitano, c)un sordomuto timido incredibilmente somigliante a Giorgio Napolitano. A chi risponde correttamente verrà inviata in dono una notevole quantità di pudore e rispetto di sé, donati dal suddetto Napolitano, che tanto non ne fa uso.
Niente, se vi capita leggete L'Italiano. Realtà e illusioni (RAM multimedia, Roma 2002) di Fabio Cusin, che era di quelle parti lì e non scriveva a casaccio. Oppure godetevi, come faccio io, l'Arcitaliano che siede al Quirinale, degno rappresentante di un paese che provoca le guerre e ne attribuisce ad altri le tragedie, mantiene per cinquanta anni un'ideologia e poi la rimuove, parla di pace e tolleranza e non sa neanche che quei generici "slavi" annessionisti si chiamano sloveni e croati, sono organizzati in Stati moderni e non in tribù razziatrici, hanno molte morti da ricordare ma forse meno voglia di usarle per schifosi scopi di politica interna. Non è ancora giunta loro la civiltà di Roma.

categorie: ,

09 febbraio 2007

Babbo, babbo, guardami mentre bacio un idraulico

Amsterdam, 23:53
GAY PRIDE AMSTERDAM: SFILERA' UNA BARCA CON UNDER 16

Il sindaco di Amsterdam, che a fine gennaio aveva bocciato, ritenendola "troppo rischiosa", la proposta di far sfilare lungo i canali della città, per il gay pride, una imbarcazione riservata ai ragazzi tra gli 11 e i 16 anni, ha cambiato idea. Lo riferisce oggi l'agenzia Anp. L'idea era venuta a un quattordicenne di nome Danny Hoekzema [e ci credo che ha un ekzema, con le compagnie che frequenta, ndt], che aveva lanciato una campagna via internet per raccogliere adesioni: secondo lui, 10 ragazzi erano pronti a salire sull'imbarcazione (che ne può ospitare 30). Gli organizzatori assicurano che la nave dei ragazzini sarà tenuta lontano da quelle più "provocatorie" che si sono già iscritte alla parata, e che i genitori dei minorenni li accompagneranno a bordo.
(fonte: www.repubblica.it, con un paio -sei o sette, in realtà- di correzioni all'ortografia)

Non c'è niente che avvicini di più un figlio ai propri genitori del momento in cui questi lo accompagnano su una chiatta di omosessuali. Purtroppo l'articolo non dice se il comune di Amsterdam ha anche organizzato un barcone di bulli frustrati che assaltino a tempo debito i gay adolescenti e i loro commossi genitori, o forse non c'hanno ancora pensato (questione di tempo). Ma non per questo ne concludiamo che da questa vicenda uscirà lesa o menomata la libertà di qualcuno: quella dei ragazzi di far vergognare i loro genitori e di toglier loro dalla testa che alleveranno un giorno dei nipotini, quella delle autorità olandesi di appiccicare etichette sessuali a persone (undicenni!) in piena formazione, quella di Repubblica di riaffermare la sua dignità di secondo quotidiano d'Italia continuando a dare notizie del tutto irrilevanti e francamente imbarazzanti per chi le legge.

categorie: ,

08 febbraio 2007

If your girl only knew

La scienza ha stabilito da tempo che l'acquisto e la guida di un SUV o di un altro fuoristrada, almeno da parte di chi non sia un saharawi inseguito dalle truppe d'invasione marocchine, non abiti sopra gli 800 metri di quota, non abbia dimora posta in lande fangose o per pendii sassosi e frequentemente innevati, può essere causato solo da ciò che in termini squisitamente medici viene definito pene piccolo o tristemente ciondolante. Quelle ruotone, quella lamiera inutile, quell'altezza spropositata da terra non sono che l'equivalente, solo molto più inquinante ed antiestetico, del cotone idrofilo nelle mutande. Quattro tonnellate di cotone idrofilo. Ognuno fa brum-brum dove gli riesce di più, in estrema sintesi. E fin qui ci siamo.
Ma le donne? Perché una donna dovrebbe comprare o utilizzare un fuoristrada? Me lo chiedevo l'altro giorno, mentre ad uno stop facevo passare un gigantesco catorcio nero, montato da una minuta esponente del gentilsesso, coi capelli scuri raccolti in un'umile coda di cavallo. Io e la mia Honda Civic grigia del '97, perfettamente funzionante e soddisfacente (sì, faccio pubblicità, perché questi musi gialli lo sanno, come si costruisce una macchina), abbiamo scosso simultaneamente la testa e la testata. E' la fine, direbbe Jim Morrison: siamo arrivati ad un tale grado di barbarie che una donna, a tal punto bramosa di raggiungere l'effimero potere del genere maschile ed imitarne i fallimenti, arriva ad assorbirne anche le patologie:"Diamine, ho un pene piccolissimo!", esclama la sera la donna in carriera, prima di infilarsi nel suo lettuccio di spine, vegliato dai poster di Pinochet, Padre Pio e Gigi d'Alessio. E così la mattina seguente si presenta ad un concessionario: il cane del proprietario, legato all'ingresso, latra furiosamente, traumatizzato dai capelli gellati e dalle scarpe a punta. Il giovane romeno assunto da poco, alla vista di quella diavolessa, si apparta e si segna al modo ortodosso.
"VOGLIO UNA MACCHINA CHE MI INGRANDISCA IL PENE!", urla intanto la degenerata. Il concessionario scuote la testa, ma non può che firmare il contratto e consegnare il bestione alla bestiola. E il mondo fa un altro piccolo passo verso il baratro.

[qui il post cambia. Così.]

Tutto questo l'ho pensato mentre ero allo stop, giacché penso molto velocemente. Qui, improvvisamente, ho avuto un'illuminazione: mi sono tolto repentinamente i pantaloni e i boxer, ho stretto questi ultimi in mano ed ho seguito il mezzo pesante. Data l'elevata qualità nipponica, l'ho raggiunto ben presto: al semaforo ho affiancato la donna e in segno di sfida ho sventolato i boxer dal finestrino, mentre dall'autoradio Daniela Mercury cantava Quem puder ser bom que seja. Un pene, una macchina dall'assetto ribassato, un approccio tranquillo alla vita: era una chiara provocazione. Il Messala al femminile non ci ha visto più: mi ha braccato fuori città, mentre io continuavo a brandire i boxer, come un pifferaio di Hamelin inseguito da una topa tanto indegna del suo nome. La belva si faceva sempre più sotto; ho spento i fari, mi sono affidato alla Honda ed ho visualizzato l'obiettivo: l'enorme e inguardabile croce fosforescente, che domina e impaurisce una curva dalle parti di Acquasanta di Jesi. Ho sterzato all'ultimo, grazie al volante sensibilissimo. Ma il bestione nero non poteva farcela. Su di esso e sulla meschina al volante si è abbattuto, finalmente spegnendosi, quell'insulto alla religione cattolica e al buon senso. Illuminato dai bagliori del rogo che guizzavano sul mio viso, mi sono rimesso i boxer e i jeans, ne ho curato il risvolto, ho allacciato le scarpe. Per questa volta era davvero finita, riflettevo aprendo la portiera.
Giappone 1-Impotenza 0.

categorie: ,

Internauti d'aria, di terra e di mare!


Un po' d'attenzione, camerati. Quell'incapace che state leggendo anche ora ha contribuito (con un brano rubato all'anziana scrittrice Cordelia G. Colucci) a questa cosa qui, curata dalla capace signora Rael e da altre persone che starà a voi scovare, leggere, ringraziare (se vi va). Leggete, leggete, leggete, mi raccomando.

categorie: ,

06 febbraio 2007

Brutte notizie dal mondo del bene

Che il mondo intero fosse ormai invaso e sommerso dalla sedizione, dalla mancanza di rispetto della gioventù, dal sovversivismo e dalla violenza oclocratica, diciamolo francamente, era sotto gli occhi di tutti da tempo; ma oggi dobbiamo registrare un nuovo preoccupante capitolo di questo andazzo, che speriamo sia -finalmente- stroncato al più presto dalle restanti forze sane della nostra società.
Le lande dolci e ondulate della carineria, le terre discoste dove il male e la pornografia non hanno diritto di cittadinanza, insomma la Provincia del Bene, come viene chiamato da noi il pezzo di mondo dov'è la dolcezza a governare, in luogo della consueta sopraffazione, ebbene quest'angolo di paradiso era sempre rimasto lontano dalle brutture della nostra quotidianità: ma sabato una manifestazione popolare per le vie di Morbidopoli, la capitale, si è trasformata improvvisamente in un'orgia di rabbia e devastazione. La protesta era stata causata dalla recente impennata del prezzo del croccante, che com'è noto è alla base dell'alimentazione di tutti gli esseri carini e puri di spirito. La situazione, pur grave, non era certo preoccupante; e i manganelli tenerelli in gommapiuma, in dotazione alle forze dell'ordine, sembravano una precauzione perfino eccessiva. Ma il dramma era nell'aria.
Senza che nulla lo facesse prevedere, gruppi di orsetti del cuore, le sciarpe dell'Atalanta a nascondere il musetto adorabile, si sono scagliati con violenza contro la polizia, costringendola ad arretrare: intanto una fitta pioggia di bulloni di marzapane bersagliava gli agenti e impediva la loro riorganizzazione. Salito su una tribuna improvvisata, gli occhi spiritati e sconvolti, Spank arringava frattanto con parole di fuoco la folla, invitando i presenti ad usare le loro zampotte cicciose per bastonare i padroni e per innalzare al potere il proletariato peloso. Le presuntuose quanto ipocrite parole d'ordine di una certa sinistra si sono però presto rivelate per ciò che sono realmente: meri inviti alla violenza. Armati di spranghe di torrone durissimo di Cremona, i giovinastri si sono gettati all'assalto delle case dei cittadini più in vista, mentre alcuni loro complici, posizionati ai piani alti degli edifizi, gettavano melassa bollente sulle pattuglie di forze dell'ordine che provavano a rintuzzare l'ustanak.
Gruppi di delinquenti comuni, approfittando delle sommosse, si sono diretti alla fine dell'arcobaleno ed hanno saccheggiato le case degli elfi, alla ricerca dell'oro custodito nelle loro capienti giberne; in quest'occasione, un'elfa sarebbe stata carnalmente insidiata da Tinky Winky, stando alle notizie giunte in seguito. In serata, la situazione si è andata calmando, anche per l'intervento dei corpi antisommossa coi loro cannoncini spara-ferrero rocher, che hanno anche provocato il decesso di uno dei manifestanti, attardatosi a rubare il miele e colpito al capo dalla nocciola. I tribuni della plebe ed i cattivi maestri che sobillano le orecchie tonde dei giovani peluche si sono vigliaccamente dileguati; l'ordine ha ripreso il controllo della capitale.
Tuttavia, girando ancora oggi per la città, si odora il fumo dolciastro dei falò di caramello e si avverte nell'aria il tanfo acre della rivolta. Le zampotte pelose non hanno ancora gettato le chiavi inglesi che impugnavano; la minaccia all'ordine costituito permane.

categorie:

05 febbraio 2007

Osservatorio demagogia

Venerdì sera, a quanto appare dalle prime indagini, alcuni delinquenti hanno causato la morte di un poliziotto durante scontri collegati con la partita di campionato Catania-Palermo (diciamo che, perlomeno, queste persone avevano preso tale evento come pretesto). Ovviamente il fatto è subito stato accantonato, per divenire archetipo: nessuno ha anche solo lontanamente pensato che esistono leggi che puniscono l'omicidio, gli atti vandalici, l'oltraggio a pubblico ufficiale, ecc... e che basterebbe appena che fosse normale ed automatico che tali leggi venissero applicate (che tutte le leggi venissero applicate per tutti, forse è meglio esprimersi così). Troppo noiosa, in Italia, l'idea della giustizia col suo pesante corollario della certezza della pena: bisogna escogitare qualcosa d'altro. Come sempre le risposte dell'opinione pubblica e degli intellettuali italiani sono state grossomodo tre.
La prima è la sociologia d'accatto. Già la sociologia in sé è una pseudoscienza, o un modo per rubare denaro ai propri genitori fingendo di frequentare un'università seria; se poi la affidiamo al primo che passa in redazione, come accade in questi casi in Italia -si veda a questo proposito la mappatura della politica nelle curve (i colori politici) sul sito del Corriere, mappatura che ha dati falsi, anacronistici e spesso anche falsi ed anacronistici- è immaginabile quali risultati possiamo ottenere. Ancora peggio è quando poi queste analisi prendono la forma di generalizzazioni sul malessere sociale o sul fenomeno ultras. Come se un delitto del genere non richiedesse prima la punizione, poi, eventualmente, una qualche riflessione, e come se tutti coloro che in Italia rientrano nella ben vaga definizione di ultras fossero corresponsabili della barbarie di larghe fette di una città. Ma tant'è.
Il secondo atteggiamento è l'invocare leggi speciali, quando pare evidente a tutti che un paese normale ha bisogno solo di leggi normali, e le misure d'emergenza sono riservate a chi ha ormai perso la speranza di tornare a riva coi metodi consueti. Questa seconda via si perde in vari rivoli, tra i quali spicca la richiesta di efficacissime leggi speciali già stabilite da tempo e per nulla efficaci, come fa ad esempio, Severgnini sul Corriere, quando propone, tra le altre cose: ...2.Abolire treni speciali...: peccato sia già stato fatto nel 1999, quando i salernitani diedero fuoco ad un loro treno, uccidendo tre giovani tifosi. Non è servito a nulla e non ha mai avuto senso. Si nota poi di frequente un elogio smodato dell'Inghilterra, come questo, tratto purtroppo da Gianni Mura il Grande, il quale scrive oggi su Repubblica: Basta cori contro. In Inghilterra [...] non ne fanno. Che bello! Sarà vero? Riporto dalla voce di Wikipedia sul Nottingham Forest, prima squadra che mi è venuta in mente: Liverpool FC fans still sing a chant starting with "We hate Nottingham Forest!" as testimony to the long running bad blood between the two clubs.
Il terzo e più grave tra i comportamenti istintivi è lo stupido pietismo per il carabiniere, per dirla con Gaber. Qui gli esempi si sprecano. Spiace tantissimo dover citare Michele Serra: ...la sedicente "cultura ultrà": onore, gloria, vittoria. cascami di un linguaggio di guerra che ormai fa ridere anche nelle caserme, dove i tuoi coetanei [dell'ultrà] la pelle la rischiano davvero. Altri esempi si sprecano, basta dare un'occhiata al già citato Severgnini. L'assunzione di tali atteggiamenti da parte delle persone intelligenti è grave, perché porta gli stupidi a scrivere e pensare cose così, come questa che ho trovato nel blog di Maurizio Crosetti, nel sito di Repubblica:
Vedo che si scrive molto, ma sarò sintetico. Intanto non bisogna cedere ai violenti. Fermiamo per 1-2 settimane ma ripartiamo con nuove regole, soprattutto capaci di diffondere una nuova cultura.
Le squadre dovranno provvedere in proprio alla sicurezza interna degli stadi. Se non sono in grado vanno fermate. Gli stadi non dovranno sembrare dei lager, via filo spinato e vetrate protettive.
Inoltre non nascondiamoci la verità la violenza di ieri a Catania ha la stessa matrice socio culturale di Genova G8. Se ai violenti che assalgono le forze dell’ordine dedichiamo stanze alla Camera dei deputati non credo che facciamo un buon servizio al Paese.
Vedo che anche su un Blog di Repubblica c’è chi la vede come me a proposito di Giuliani, buon segno che mi fa sperare che la sinistra sia in grado di autocritica e capace di isolare i suoi estremisti.
Ecco. Un imbecille del genere si sente autorizzato ad avvicinare l'agente morto in servizio ai torturatori e sadici del G8, anzi: a coprire con il sacrificio del primo le nefandezze dei secondi. Ma va tutto bene, perché questa è l'ora dello sdegno e perché l'Italia ha finalmente bisogno di una scossa morale, anche a costo di usare a questo scopo la vita di una persona.

E poi stasera fanno una fiction su Marco Pantani. Il ciclista che è morto giovane e va lasciato riposare in pace, certo: ma non si può dimenticare che quando è morto aveva trenta grammi di cocaina nella sua stanza; che ha vinto il suo Giro e il suo Tour presumibilmente grazie al doping; che insomma, forse, non è del tutto adatto a incarnare la necessità di un vivere etico e di uno sport pulito. Ma può essere che sia solo io a notare la contradditorietà, in tutto questo.

categorie: ,

03 febbraio 2007

L'arguzia, la si esercita in Jakuzia

[Si parla dei simboli e dell'immaginario della sinistra, in riferimento al futuro Partito Democratico]"C'è un aggiornamento dei simboli in corso. E anche un po' di fantasia: un circolo della sinistra giovanile ha scelto di chiamarsi Woody Allen". Nicola Zingaretti, europarlamentare DS, dal Corriere della Sera del 31 gennaio.

LOL! Ora però ricominciate a riempire i carrelli, giovani compagni diessini, perché il carbone non si estrarrà da solo.

categorie:

01 febbraio 2007

Universi paralleli

C'erano una volta due ragazzi. Anzi, all'inizio c'era solo un ragazzo, la ragazza arriva poi. All'inizio della storia lei era solo l'amica di un'amica; agli occhi del ragazzo, si trattava perciò di un personaggio appena abbozzato, come i soldati delle ultime file nella Battaglia di San Romano. Poi un giorno capitò che i due vennero presentati; parlando di tutto con la leggerezza che possono avere soltanto due che un attimo prima erano estranei, scoprirono di condividere delle passioni e soprattutto degli odi. E non c'è nulla che avvicini come una comune idiosincrasia, non c'è bisogno di aver studiato la storia dei Balcani per saperlo.
Nella testa del ragazzo c'era una rotellina ferma da parecchio tempo. Quel giorno la rotellina si rimise a girare pian piano, fino a trasmettere il movimento alla ghiera più grande, che rotò con gran clangore, dopo tanta inattività. Questo successe un giorno in cui i due si incontrarono di nuovo. Forse un po' si piacquero, perché furono felici di vedersi, si scambiarono i numeri di telefono, si allontanarono l'uno dall'altra con una certa riluttanza. Il giorno dopo il ragazzo la chiamò, inatteso, domandandole un incontro quella sera stessa. Lei aveva già un impegno, per cui declinò l'offerta. In quella settimana d'inverno, un inverno strano e latitante, il ragazzo la pensò spessissimo. Dovettero passare giorni, ma giorni lunghi lunghi e pieni di timori, prima che i due potessero di nuovo reincontrarsi nella stessa città, che li aveva visti insieme la prima volta (anzi, si può dire che quella città fosse il loro spazio, l'unico che condividessero). Un freddo messaggio al cellulare fu la maniera che lui scelse per sapere: sapere se le impressioni e i sentimenti che sentiva lui erano uguali e forti anche in lei.
La risposta fu un altro messaggio, stavolta caldissimo: sì, anche lei voleva vedere cosa sarebbe successo a quei sentimenti appena nati, come sarebbero cresciuti, se -beninteso- si fossero rivelati in grado di reggere le prime e ultime gelate dell'inverno morente. La prima volta che si parlarono non più da ex estranei, ma da futuri intimi, sedevano sull'erba. Erano nervosi e circospetti, come un tale che ha un soprammobile di cristallo in mano e ha il terrore di farlo cadere. D'altra parte il cristallo non cadde e non si ruppe. Si baciarono in piedi, un pomeriggio; il sole questa volta li aveva aspettati, e quando le labbra si toccarono qualche raggio vagava nell'aria celeste, non ancora blu.
Lui stette lontano un periodo; per tutto il tempo della separazione i meccanismi nascosti, ormai perfettamente oliati, continuarono a muoversi e a riscaldare il suo petto. Quando furono di nuovo assieme, lei gli diede un bacio grande e risentito per ogni giorno che era mancato. Lui abbassò lo sguardo e la prese per mano. Da quel giorno le loro dita non hanno mai più rinunciato a quella stretta. Il ragazzo e la ragazza, che un tempo erano stati estranei, ora non hanno neanche bisogno di incrociare gli sguardi a vicenda, perché sanno di guardare sempre nella stessa direzione.

Questo accade in un'altra realtà, che solo alcuni dettagli secondari differenziano dalla nostra. Nella nostra, la risposta al messaggio freddo gelò il cellulare grigio e rallentò i denti delle rotelle, giù nello sterno secco di quel tipo, e il loro metodico movimento. Il ragazzo arrotolò la sciarpa intorno al collo bianco e tornò a casa. Ci volle molto perché ciò accadesse, ma un giorno quei massicci cerchi rugginosi si fermarono del tutto.

categorie: ,

visite dal 24 ottobre 2006