21 dicembre 2006

Impressioni d'un pomeriggio invernale

La città è molto grande ed è piena di occhi. Lei non vuole che lui la tocchi così, anche se in questo momento sembra che al parco ci siano solo loro. Gliel'ha già detto mille volte, ma lui continua a non capire. Lei respinge la sua mano appoggiata sul suo seno, ma ne stringe il polso, perché non vuole che si allontani troppo. Lei ha la pelle d'oca, perché lui ha sempre le mani fredde e per altri motivi che proprio non comprende; lui la tocca, lei è felice e preoccupata, si guarda intorno timorosa che arrivi qualcuno. Ma finché non c'è nessuno, lui può tenere le sue mani con le dita lunghe e storte sotto il suo maglione di lana. Un dito più lungo o più fortunato degli altri arriva dove la pelle rosa e sensibile di lei è più rosa e più sensibile, proprio mentre le foglie dei tigli e degli aceri nella piccola macchia davanti alla loro panchina frusciano forte, con un rumore che le orecchie attente e inquiete di lei trasmettono all'istante al cervello. Lei si lascia scappare un gemito strozzato e irrisolto, di sorpresa e di piacere; gli afferra il braccio e lo caccia dal suo maglione. Era solo uno scoiattolino: la bestiolina esce dalla macchia e li guarda per un attimo. Forse li valuta secondo una qualche sua scala, forse no, di certo se ne va. C'è una nebbia sottile e umida, e lei ha gli occhi verdi. Lui la guarda tutta e la assapora: lei ha la pelle scura, anche se da un mese il sole rimane nascosto e quando si fa vedere è solo una luce bianca, che non scalda. E' come se il calore che lei ha dentro bastasse a bruciarne anche l'involucro esterno. Lui non pensa una cosa così precisa; tuttavia, la sente in maniera vaga ma profonda. Lui ha la pelle chiara, le sue vene sono guizzi blu sulle braccia che la toccano. E' biondo biondo e liscio liscio, lei ha sempre paura a farlo spogliare, perché ogni volta non sa smettere di far scorrere le sue mani su quella pelle incredibile. Lei ha paura del giorno in cui non saprà fermarsi, anche se sa che quel giorno è vicino ed è bello. Lei rimette il giacchetto. Lui fa un rumore strano, forse sbuffa o forse prende atto. Sul giacchetto di lei c'è una bandiera tedesca sulla spalla. Sull'altra spalla ha la toppa di un orsetto: l'ha cucita lei. L'orsetto ha gli occhi celesti e molto grandi. Lui guarda l'orsetto, i margini imprecisi della toppa, e si gratta la testa. Lei vorrebbe baciarlo e stringerlo a sé: però non vuole che lui le tolga di nuovo il giacchetto e le frughi sotto il maglione. Le piace quando lui lo fa, ma ora desidera solo baciarlo. Lei si gira verso di lui: sta ancora esaminando l'orso, chissà a che pensa. Io lo so, perché sono il narratore onnisciente, ma in questo caso sono riflessioni troppo nebulose e troppo personali perché le si riporti. Lei non lo sa; vede soltanto che lui è distratto e tenero e ne approfitta, gli è addosso con tutto il suo peso e i suoi pensieri e lo stringe. Lui ha un braccio bloccato contro lo schienale della panchina; con l'altro afferra ciocche di capelli scuri di lei e glieli piazza dietro l'orecchio. A lui piace la precisione. Lei avvicina il suo viso a quello di lui. I loro nasi infreddoliti, perché i nasi non sentono l'amore come il resto del corpo, quasi si toccano. Si baciano. Lei ha sempre le labbra morbide; lui ovviamente sente le proprie tutte screpolate dal freddo. Si vergogna un pochettino, poi s'indigna con se stesso per essersi vergognato per una cosa del genere. Mentre lui rincorre queste sciocchezze, lei ha un tremito. Lui se ne accorge, la fissa, l'accarezza. Lei stacca le labbra da quelle di lui e gli sorride, ma non smette di tremare. Lui le infila una mano dentro il giacchetto, attraverso la cerniera abbassata, di nuovo cerca i suoi seni. Stavolta lei non dice nulla. Sono così, quando davanti a loro appare una coppia anziana, che passeggia e scricchiola sull'erba ancora un po' brinata. La donna lancia uno sguardo severo ai due ragazzi: lei abbassa gli occhi, lui mantiene i suoi sull'anziana, mentre sposta lentamente la mano sui fianchi di lei. Poi, bruscamente, le dita di lui si insinuano in quelle confuse di lei. Lei porta dei guanti blu. Lui ha le mani nude e bianche, e stringe forte la mano della sua donna. Il vecchietto li guarda: è asciutto e ha gli occhi chiari, forse pensa che quel ragazzo somiglia a ciò che lui è stato. Il vecchietto non lancia sguardi particolari, continua a camminare appoggiandosi su un bastone vecchio e consumato come lui. La coppia se ne va. I due ragazzi guardano le proprie mani intrecciate, poi lui si riscuote e allaccia il giacchetto di lei. Se ne vanno anche loro, senza sciogliere il loro nodo. Il cielo è basso e grigio chiaro, quand'è così la notte arriva senza dirlo a nessuno.

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