19 aprile 2010

Il giorno del mio funerale

Tema: il mio funerale.

Svolgimento: il mio funerale è un giorno importante per me e mi piacerebbe che tutte le cose andassero bene. Prima di tutto voglio una chiesa bella e spaziosa, possibilmente gotica. Se non è possibile trovare una chiesa fatta così mi va bene anche un museo dell'aviazione: in quel caso vorrei che le eliche degli antichi aerei della prima guerra mondiale fossero fatte girare costantemente per provocare grande emozione e un effetto fortemente evocativo nei presenti e, più tardi, anche un fastidioso torcicollo per via dell'aria. Le donne che partecipano al mio funerale dovrebbero avere tutte i capelli lunghi e lisci, e alcune dovrebbero utilizzarli per pulire in terra come gesto di grande disperazione per la mia prematura dipartita; gli uomini viceversa manterranno un grande contegno e non piangeranno, se non discretamente, senza lamenti e senza che le lacrime si stacchino dagli occhi.
Al mio funerale non entreranno uomini con i capelli rossi, perché non mi sembra serio né appropriato presentarsi ad un funerale coi capelli rossi. Io vengo forse al vostro funerale vestito da pagliaccio? Allora voi tenete fuori i vostri capelli rossi. Le donne invece entrano senza problemi perché sono porche. È pur vero che per l'epoca sarò morto, ma sono cattolico e credo fermamente nella resurrezione della carne. E comunque un po' di fica non fa mai male.
Inoltre vorrei che al mio funerale partecipasse Berlusconi, per tenere alto il morale di tutti e per portare quella ventata di freschezza e ottimismo che mi pare sia il sale dei funerali. Se per allora Berlusconi sarà morto e indisponibile, gradirei fosse piazzato al centro della navata un Berlusconi di terracotta. I chierichetti dovrebbero poi fare il giro della chiesa tenendo in braccio il Berlusconi di terracotta; chi volesse contribuire con qualche offerta alle missioni in Congo o al restauro delle chiese romaniche nell'entroterra marchigiano potrà infilare una mano in bocca a Berlusconi e lasciar cadere il denaro nel suo ventre cavo. Alla fine della cerimonia il Berlusconi viene rotto e i soldi vengono consegnati all'abate. Se invece Berlusconi è ancora vivo, dopo l'allegro momento di esequie si va tutti a Senigallia a mangiare il fritto; l'attuale presidente del Consiglio, che probabilmente avrà la parte sinistra del corpo totalmente paralizzata, sarà libero di toccare il culo alle cameriere, ruotando sul lato buono come un compasso, e di instaurare così un clima di grande cordialità. Poi si recheranno tutti alla spiaggia e Berlusconi, indicando la Rotonda, rievocherà i tempi in cui lavorava lì, lui, Attilio Regolo, Zoran Ban e Yukio Mishima. E tutti guarderanno il mare e penseranno a me, morto e privo di frittura di pesce.
La mia bara non la vorrei troppo complessa. Assicuratevi soltanto che i chiodi non fuoriescano e non facciano male a nessuno, per il resto se la dipingete di colori allegri mi fate un piacere: suggerisco bianco rosso e blu, anche come omaggio ai popoli slavi e ai loro vessilli. Di fiori non ne voglio: sono morto, mica finocchio. Al limite potreste mettere una foto mia mentre sorreggo con le mani la Torre di Pisa, o una sciarpa della Vigor in segno di attaccamento al territorio. Infine mi piacerebbe che a portare la mia bara fossero dei nani del Sudest asiatico vestiti di sgargianti camicie di seta, così, tanto per fare casino; e se possibile dovrebbero anche improvvisare un balletto, breve e sobrio ma gradevole. E poi per concludere il tutto uno dovrebbe dire due paroline su di me, senza esagerare ma anche senza dimenticarsi che in fondo, il giorno del mio funerale, al centro della festa ci devo essere io: d'altra parte, in fondo, è un fastidio breve. Poi voi avrete tutto il tempo di andare a mangiare il pesce e io resterò lì, morto e vagamente infelice.

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