17 luglio 2009

Nella morsa del maltempo

Tempo bastardo, si sta malissimo; e non mi si venga a dire che è normale, in questa stagione.
Mi affaccio del balcone e vedo gente in sandali e canottierina: pazzi, incoscienti, uscire così con questo freddo. Poi tocca a noi pagare gli interventi degli elicotteri, i cani da valanga, le amputazioni d'urgenza delle dita congelate. Poi toccherà a noi mantenerli, quando si aggireranno per le nostre città con i loro moncherini in bella mostra, e tutto per aver sfidato la natura e il buonsenso ed essersi aggirati seminudi nelle tormente ghiacciate di luglio. Non voglio neanche guardare più a lungo, non sono tipo da godere della pornografia del dolore e non attendo che il freddo blocchi i movimenti dei folli in strada, ne imbianchi le sopracciglia, ne appesantisca e fermi il respiro: e poi sento già il vento siberiano che mi sferza il viso, perciò richiudo la finestra prima che possa insinuarsi nel mio modesto domicilio. Vado a sedermi sulla mia ampia poltrona di pelle nera, mentre rincalzo ben bene il mio plaid a quadri intorno alla borsa dell'acqua calda e sulle estremità martoriate dal gelo. Fuori dalla finestra osservo un cielo livido e mi viene in mente la marcia di Napoleone in Russia, il potere neutro e feroce della natura, il suo annichilire ogni vanità umana con un semplice cenno della sua mano algida e smisurata. C'è ancora qualche uccello che si staglia nell'aria, di là dal vetro: poveracci, tra qualche ora o qualche minuto il freddo fiaccherà la loro disperata resistenza, e quella stessa creazione che ha donato loro il miracolo del volo li costringerà alla paralisi e alla morte, uccisi dalla temperatura e dalla mancanza di prede, a loro volta decimate dal freddo.
Tali sono i miei pensieri mentre apro il termos e sorseggio della moretta* per combattere i sintomi dell'ibernazione; intanto il sudore mi cola a rivoli sul viso, e dev'essere la paura, l'inquietudine, il nero causato dai pensieri e dalle premonizioni della morte glaciale che ci attende tutti.

*per i non marchigiani: caffè corretto con rum e anice.

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