26 giugno 2008

La fiera, l'uomo e il vasistas

Se c'è una cosa che infastidisce la vita tranquilla e laboriosa del signor Scattolini, sono senz'altro le belve feroci che vivono sul suo terrazzo. Specie d'estate, quando il caldo si fa insopportabile e il signor Scattolini è costretto a togliere la sua eterna camicia celeste e a mettere in mostra la canottiera a costine strette, gli piacerebbe tanto poter spalancare la grande finestra, godersi quell'unico refolo d'aria che vaga sperduto per l'estate, o magari comprare una bella anguria e mangiarla tutta sul balcone, poi rimanere a lungo con la bocca piena di semi neri, indeciso se sputarli di sotto a mitraglietta o gettarli educatamente nella spazzatura.
Ma non può, perché sul terrazzo ci sono le bestie feroci. Il signor Scattolini ha provato più volte a risolvere la questione mettendola in mano a dei professionisti, ma quasi tutte le ditte di disinfestazione cui ha telefonato si sono dimostrate poco attente al suo dramma, perché di un vero proprio dramma si tratta, e non c'è altro modo di definire l'impossibilità per un uomo di accedere al suo terrazzo regolarmente pagato e posseduto, e gli hanno chiuso seccamente il telefono in faccia; quei due o tre che si sono degnati di recarsi al suo domicilio, per esaminare da vicino la faccenda, alla prima zampata erano già in fuga precipitosa per le scale. D'altra parte, se c'è una cosa che le belve non sopportano è che un tale vestito di bianco, a volte una persona del tutto insignificante, uno che magari da anni e anni non parla alla propria anziana zia a causa banali malintesi emersi durante un pranzo di Natale, che dunque un tizio così (privo del necessario rispetto verso i parenti, privo di loquela e di rimorsi) provi ad irrorare il loro muso con prodotti e soluzioni francamente fastidiosi.
Per il signor Scattolini è un problema anche curare le piante di gerani, il basilico, la salvia. Il signor Scattolini è costretto ad innaffiarli a parabola dal vasistas, col risultato di bagnare le bestie feroci. Queste, che dormivano della grossa, ruggiscono al suo indirizzo e cercano di infilare le grosse zampe nella finestra. Più volte hanno strappato via i gemelli dagli eleganti polsini celesti del signor Scattolini, gemelli che pure sono da considerarsi senza dubbio sobri ed incolpevoli di alcunché, ammesso che tenere piante aromatiche ed ornamentali sul proprio balcone di casa sia una colpa. Anche quando il balcone in questione risulta infestato dalla bestie feroci.
Il signor Scattolini è molto bravo a stirare e a fare tutte le faccende di casa, perché non ha una donna e non ha una famiglia. A volte gli sono capitate delle avventure galanti, tutte conclusesi quando il signor Scattolini, ingiustamente considerato un tipo strano nonostante le sue camicie ben stirate e la sua aria compita, ha accennato alle strane presenze ferine sulla sua proprietà. Hai un bel dire che sono sul terrazzo e non danno nessun fastidio, niente: le donne di oggi sono così, non guardano a cose essenziali come la pulizia e l'educazione di un uomo e si lasciano fuorviare dalla mera presenza di un gruppo di belve feroci. Come se di essa si potesse eleggere a responsabile il signor Scattolini.
Il signor Scattolini, dunque, ogni sera torna a casa da solo, con la sua pratica valigetta e un grosso cartoccio sotto braccio. Poi apre il vasistas, estrae con cura vari pezzi di carne dal cartoccio e li getta alle bestie feroci. Allora si mette a stirare o legge un libro, ed è quasi contento e rassicurato dai mugolii e dagli altri rumori bestiali che giungono dal suo terrazzo.

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