19 febbraio 2008

Senza parole

Per mezzo di intrighi e macchinazioni, accadde un giorno che i mimi presero il potere e instaurarono un regime freddo ed inflessibile.
Il pomeriggio stesso dell'alba che li vide assaltare, silenti e decisi, i palazzi e i ministeri, le pattuglie dei mimi girarono la città, indicando alla folla con fare quieto e irremovibile la direzione della grande piazza rettangolare, al cui centro si ergeva una fontana di pietra antica; al centro della fontana, un uomo di pietra guardava lontano, anche lui senza avere apparentemente nulla da dire.
Quando ogni crocicchio fu sciolto e tutti si furon fatti trascinare in piazza, salì sul grande palco il capo della giunta; intimato il silenzio alla folla con un gesto della mano, cominciò a mimare. Mimò la decisione, mimò la rabbia, mimò la potenza e l'assalto; mimò il cambiamento, mimò le blandizie, mimò la minaccia, mimò gli inviti e le richieste, mimò il futuro; mimò la sicurezza, mimò la forza, mimò la certezza di sé. Il popolo tacque, scosso e colpito in profondità dai quei gesti chirurgici, e solo dopo molti minuti dalla scomparsa dell'uomo dal palco cominciò a defluire verso le proprie case.
Ad ogni modo, nessuna azione resta a lungo senza reazione, e una nuova rivolta abbatté poco dopo il regime dei mimi; i capi furono arrestati e il dittatore deposto, davanti ai soldati felloni che venivano ad arrestarlo, mimò lo sdegno, mimò la sicumera, mimò il disprezzo. Processato, non mimò altro che la sua alterigia piena di sorpresa.
Quando lo portarono al luogo dell'esecuzione e lo legarono alla sedia, mimò stupito il suo desiderio, e il suo gesto parve ancora quelli di chi ordina. Ma la sua richiesta fu respinta e di lì a poco l'uomo, fucilato alla schiena, mimò la propria morte, senza che un rantolo giungesse a rovinargli l'arte.
Al momento del golpe, intanto, le truppe ribelli avevano assaltato e occupato tutti gli edifici governativi; facendo l'ingresso nella radio di Stato, trovarono gli uomini del precedente governo che mimavano ai microfoni (questi ultimi, vili, totalmente sordi) l'ordine dell'estrema, disperata, resistenza. I soldati abbassarono i mitra e compresero come mai la radio, da settimane ormai, trasmettesse il più perfetto silenzio.

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