30 gennaio 2007

Spotless mind

2 marzo. Mi chiamo Erika Weinstein e vivo a Fürth. Ieri sera sul muro della mia camera da letto è comparsa una macchia bluastra. Markus dice che è normale che si formino macchie di umidità, specie in questo periodo. Dice che andrà a parlare col padrone di casa. Sarà un fastidio dover pensare a queste piccolezze proprio mentre arriva la primavera, eppure è necessario.

4 marzo. La macchia si è allargata e stabilizzata. Ora ha assunto una strana forma ghignante. Markus dice che è una seccatura che non si riesca a trovare il proprietario da nessuna parte. Markus starà una settimana a Bayreuth per lavoro, quando torna ha deciso che ci penserà lui, anche se il padrone nel frattempo non si sarà fatto vivo.

5 marzo. Mi sento a disagio a spogliarmi davanti a quel ghigno. Questa sera mi sono tolta i vestiti in cucina e mi sono infilata in camera con la luce spenta. Ho trovato il letto a tastoni. Ho anche battuto il ginocchio contro il pomello in fondo a destra.

7 marzo. Oggi al lavoro ho avuto un brivido quando mi è sembrato che ci fosse una macchia di fronte alla mia scrivania. Sono impallidita di colpo mentre parlavo con il capo. Lui è stato gentilissimo, mi ha chiesto come stessi, voleva quasi mandarmi a casa. Ma tu guarda che razza di figure vado a fare.

8 marzo. Sto molto meglio. Oggi sono stata a Norimberga. Era quasi un anno che non ci tornavo, è incredibile come si possa vivere fianco a fianco con la bellezza e ignorarla così a lungo, senza neanche sentirsi in colpa. I ragazzi cominciano a farsi numerosi nei campetti sotto le mura, con il sole caldo di questi giorni che li richiama. Sono arrivata fino alla casa di Dürer; lì mi è venuto in mente di comprare un bel poster della lepre da attaccare sul muro della camera. Poi mi sono seduta ad un tavolo del biergarten fuori della grande porta e ho bevuto una Kitzmann, poi un'altra. Sono arrivata a casa esausta e felice, e mi sono messa a letto.

9 marzo. Si è guastato il tempo. Piove a dirotto da ore.

11 marzo. Ho preso il poster e l'ho svolto sopra la macchia. Ma non sono riuscita a piantare i chiodi. Per ora lo lascio nell'armadio.

13 marzo. Markus è tornato nel primo pomeriggio e non si è fermato un istante: ha parlato con i vicini, poi si è fatto dare una latta di vernice e ha ricoperto la macchia. La sera abbiamo fatto l'amore davanti al muro immacolato.

16 marzo. La macchia è ricomparsa. Markus mi ha dato un bacio ed ha chiamato l'idraulico, ci dev'essere una bella perdita.

17 marzo. Ho detto a Markus che la macchia mi fissa mentre mi sposto per la stanza. Lui non ha detto nulla.
Non voglio fare l'amore sul letto, con quell'obbrobrio che mi distrae. Markus si rifiuta di spegnere la luce.

18 marzo. Domani arriva l'idraulico. Sono passata davanti alla macchia e per scherzo le ho detto che questa volta la facciamo finita.

19 marzo. Non capiscono cosa c'è che non va, la perdita non si trova. Ora abbiamo una macchia e un sacco di calcinacci sul pavimento. Torneranno presto.

21 marzo. Ho detto a Markus, mentre mi accarezzava, del pomeriggio a Norimberga e del poster che ho comprato. Ha detto che era un'ottima idea, mi ha chiesto dove l'avessi messo ora, per poterlo attaccare. Gli ho detto che l'ho dimenticato sul treno.

22 marzo. Mi sono svegliata nel cuore della notte. Markus dormiva. Quell'orrenda macchia continua a guardarmi, a sporcarmi. Ho piantato le unghie nel braccio di Markus: come può dormire? Ha mugugnato qualcosa, ma non si è affatto svegliato.

24 marzo. Domani ritornano gli idraulici. Markus però non ci sarà, ha di nuovo un impegno nella dannata Bayreuth, parte oggi.

25 marzo. Mi ha fissata con odio tutta la notte. La mattina ho preparato la colazione per due. Ho versato davanti alla macchia l'obazda, il miele, il burro, una tazza di caffè, dei biscotti e del pane di ieri. Non lo so cosa voglia. Sono andata al lavoro, ero in ritardo.

L'idraulico mi ha chiesto che diavolo fosse tutta quella roba sul pavimento. Gli ho detto che era per la macchia. Ha spostato un po' di cose con il piede, mentre mi guardava strano con la sua faccia vacua. Non capisco se è straniero o solo stupido. Di certo ha concluso il lavoro in un attimo, senza aver individuato alcun problema.

Non ha toccato niente. Vuole umiliarmi o non la capisco io?

26 marzo. Io non pulisco nulla.

28 marzo. Markus è tornato. Ero a casa dal lavoro, quando è arrivato. E' venuto in cucina e mi ha dato un bacio. Gli ho spiegato degli idraulici e della macchia che non vuole mangiare. E' andato in camera a dare un'occhiata. E' uscito senza dire una parola.

30 marzo. E' incredibile quanto piova in questi giorni. Oggi sono andata dal fruttivendolo turco. Di solito ci andiamo insieme, io e Markus. Per i turchi una donna sola è una preda, non mi piace come ti guardano. Perlomeno gli italiani non fanno questa discriminazione, ai loro occhi ogni donna è una preda. Ma non sono cretina, non gli ho fatto capire nulla: ho fatto spesa per tre. Markus non è ancora tornato.

31 marzo. Mi sono spogliata davanti a lei. Sono rimasta in reggiseno e mutandine, e ho sorriso maliziosa. Mi desidera con forza, non mi sfugge certo come mi guarda.

4 aprile. Mi ride in faccia. Crede che io sia troppo brutta per lei. Ho preparato la cena e l'ho buttata via. Dormo sul divano del salotto.

6 aprile. Piove e ho fame, ma non posso dargliela vinta.

8 aprile. Ho freddo. I miei piedi tremano e lei non smette di insultarmi col suo ghigno. Devo fare un bagno, sono sporca, è tutto sporco.

11 aprile. Fuori della finestra vedo solo acqua. Sono tranquilla, oggi sono tranquilla. Oggi è il giorno più tranquillo di tutti, e io non ho più fame.

***

Markus aveva ancora le chiavi dell'appartamento sulla Waldstraße. Non fu difficile per i poliziotti entrare e scoprire una casa pulita, una donna bionda rannicchiata sul pavimento e una macchia di umidità che la primavera incipiente avrebbe presto cancellato.

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29 gennaio 2007

Tra le mie cosce, per salvare il mondo

Infine è giunta, tragica e inaspettata, la verità. Voglio dire, è impossibile che un sito così malfatto sia anche menzognero. Ecco allora, finalmente, qualcuno che ha il coraggio di dire ciò che gli altri tacciono: tra le altre rivelazioni, scopriamo chi e per quale motivo ha concepito e realizzato l'attentato contro il World Trade Center.
Chi ha dato ai terroristi l'ordine di schiantarsi contro le Torri? La verità è una sola: per mezzo dei loro agenti, i mostri di ZOG sono riusciti ad eliminare un importante SIMBOLO FALLICO, DUE MONOLITI SIMILI AD UNA COPPIA DI IMMENSI PENI CHE COSTITUIVANO UN INSULTO E UNA SFIDA ALLO SCHELETRO NERO DAGLI OCCHI DI STERCO, OSSIA IL CACODEMONE ANTI-FALLICO ADORATO DAGLI SCHIAVI DI ZOG.
Direi che ci fa una sega Giulietto Chiesa, a noi. Ma facciamo un passo indietro: cos'è Zog? Dove sono le prove di tali atti nefandi? Ma soprattutto, è lecita una tale sintassi? Tranquilli, Marco Moretti ha la risposta a tutte le vostre domande, anche a quelle che vi porreste solo sotto anfetamine.
George W. Bush ha l'aspetto di un essere umano...
Beh, su questo mi permetto di dissentire.
...ma la sua vera natura è del tutto diversa. E' un alieno venuto da ZOG! Gli abitanti del Pianeta ZOG sono simili a gigantesche zecche, la loro riproduzione si basa su progessi di abiogenesi che noi giudicheremmo a dir poco ripugnanti. Per questo motivo essi odiano ferocemente ogni forma di sessualità umana! LA TERRA E' SOTTO COLONIZZAZIONE ALIENA! DOBBIAMO SVEGLIARCI E LOTTARE!
Sono pronto. A parte il -trascurabile- dettaglio che non si capisce come individuare questi Zog, per il resto direi che la lotta partigiana è già in pieno rigoglio.
George W. Bush ha condotto una guerra inutile allo scopo di mascherare i suoi veri intenti. Questa guerra è evidentemente e senza alcun dubbio un diversivo per attrarre l'attenzione del mondo intero, mentre il Nemico non-umano porta a compimento in modo molto facile il suo infame scopo di dominazione anti-Fallica sull'intera Terra.
Modestamente, io è dal 2003 che lo dico, che quella in Iraq è una guerra del cazzo. Mi fa piacere che qualcuno mi dia ragione. Attenzione, però, perché ad un certo punto vengono svelate anche realtà davvero sconvolgenti, finora nascoste: ad esempio, il ruolo della religione nel complotto mondiale (cioè, alieno. Scusate). Chi l'avrebbe mai detto che in tema di arretratezza e sessuofobia qualcuno avrebbe avuto l'ardire di chiamare in ballo la religione? Inaudito.
LA RADICE DELL'UMANA FOLLIA

Gobbo, panciuto, rachitico, zoppo, dall'alito indicibilmente fetido, cariato, impotente, sgraziato nei movimenti e nelle maniere, tremebondo, colitico, diarroico, balbuziente, calvo, affetto da demenza precoce e da svariate forme di delirio. Questo era Amenophis IV, il Faraone Pazzo Akhenaton, inventore del monoteismo, creatore di DIO...
Ah, Amenophis? Sembrava la descrizione di un autore di Buona Domenica.
L'uomo che per primo vietò di amare, l'uomo che per primo ritenne ogni atto sessuale impuro, l'uomo che condannò l'Umanità intera a un fato peggiore di mille morti, erigendo una diga indistruttibile per impedire all'energia orgonica di fluire libera! L'uomo che scisse l'anima dal corpo, l'uomo che condannò la materia per cercare lo spirito nel Cielo del Nulla. Ma era davvero un uomo come noi? No, egli era piuttosto una creatura costruita in laboratorio da insospettabili ingegneri genetici, il primo seme tumorale piantato da una genia di cimici aliene nel seno della razza umana...

La colpa dell'Umanità è nata tramite quest'unico individuo, come un albero mostruoso cresciuto a partire da un minuscolo germe. AKHENATON IL FOLLE. Scovarne la mummia e bruciarla avrebbe un immenso valore simbolico, fondamentale per riportare l'equilibrio sul nostro pianeta.
Chissà se sono d'accordo, al Museo Egizio di Torino.
Ad ogni modo, uno dice: ok, ho capito tutto e voglio combattere questi alieni maledetti. Ma come fare? Un modo c'è.
SOLO IL BACIO DELLA VITA PUO' SALVARE L'UMANITA'

Gli alieni di ZOG odiano ogni tipo di sesso al punto che sui loro mondi si rifiutano persino di nutrirsi di vegetali sessuati e produttori di semi. C'è però una pratica che essi odiano più di qualsiasi altra: la fellatio eterosessuale. Quando una donna concede questo bacio a un uomo, le energie oscure e abissali dello YIN incontrano le energie radiose e turbolente dello YANG nel modo più perfetto. Ogni ZOGU che venisse a trovarsi nei paraggi soffrirebbe in maniera incredibile, sia fisicamente che emotivamente. Se il liquido seminale viene rilasciato in bocca, questa è la peggiore offesa possibile a ZOG. Non sorprende quindi sapere che gli ZOGU stanno cercando di far sparire questa forma di erotismo a qualsiasi costo. Anni fa a George W. Bush è stata mostrata una rivista pornografica prodotta in California: il Presidente degli USA ha avuto una crisi talmente violenta da perdere il controllo dei cromatofori. Sotto gli occhi allibiti degli astanti E' DIVENTATO VERDE. Naturalmente i mass media hanno liquidato l'accaduto parlando di "travaso di bile", mettendo a tacere ogni voce scomoda.
Sabato sera esco con un golfino elegante ed un pretesto meraviglioso. Dico, donne, non vorrete mica che gli alieni assoggettino il nostro amato pianeta? Voglio proprio vedere se Zog riesce a fermare anche me.

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26 gennaio 2007

Quante cose si imparano

Qualche tempo fa era uscita la notizia di alcuni imbecilli, se non sbaglio sguinzagliati da un'università britannica, i quali avevano ridotto alcuni grandi classici della letteratura alla lunghezza ed allo stile di un sms; ovviamente la notizia non era in questo, ché l'esistenza dell'idiozia è evidente e comprovata da prove innumerevoli, bensì nel fatto che i responsabili dello "studio" erano liberi ed incensurati, avendo inspiegabilmente evitato di finire impiccati e squartati come da solida tradizione inglese.
Ma la specie si evolve. Oggi si legge che in Finlandia, discosto e civile paese del Nord che ha dato il Natale ad un Babbo prima senza titolo, a numerose renne e a vari rallisti di valore, è nato il romanzo-messaggino. Non poteva succedere che lassù, in quel timido Stato in cui la tecnologia ha agevolato così tanto l'esternarsi dei rapporti umani: tanto che perfino il primo ministro Matti Vanhanen, avendo deciso di lasciare la sua fidanzata, gliel'ha comunicato con un sms (per l'esattezza: Väi a käkaare, tröja). Ad ogni modo, mai essi erano stati utilizzati per comporre un'opera letteraria. Questo invece è ciò che ha fatto Hannu Luntiala, aprendo una strada che -ne siamo certi- verrà presto calpestata da altri.
Certo, temere che una sciocchezzuola del genere preluda alla morte del romanzo nella sua forma tradizionale, beh, questo sembra eccessivo: non sarà un espediente, per quanto ben escogitato, a minare veri pilastri dell'identità e della civilizzazione occidentale come Volevo i pantaloni o Tre metri sopra il cielo.
E nel caso saremmo pronti a combattere in difesa delle nostre radici.

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24 gennaio 2007

Law and poetry

Luogo: l'Alta Corte per i crimini contro la Poesia, Monte Parnaso.
Ora: un giovedì mattina, non troppo presto.
Clima: beh, freschetto.

C'è immoto silenzio in aula. Le colonne doriche assistono attonite al dibattimento.
-La Corte si riunisce per giudicare l'imputato Giuseppe Ungaretti. E' già arrivato?
-Sono qui, signor giudice. O almeno sono qui i miei resti mortali.
-Non stiamo a sottilizzare, qui non si fa della filosofia. Signor Ungaretti, lei sa che la sua posizione è piuttosto delicata?
-Non comprendo, signor giudice.
-Ah, no? Senta un po' se questo le risveglia la memoria e il comprendonio:"Di queste case/ non è rimasto/ che qualche/ brandello di muro// Di tanti/ che mi corrispondevano/ non è rimasto/ neppure tanto// Ma nel cuore/ nessuna croce manca// E' il mio cuore/ il paese più straziato".
-Diamine, ma è San Martino del Carso! L'ho scritta io. E -modestamente- è tra le poesie che hanno rivoluzionato la poetica italiana, nobilitando il verso libero!
-Proprio qui volevo arrivare. Ora ascolti questo, Maestro:"Quello che riesce/ difficoltoso/ Ma semplice/ È individuare in sé/ La piccola/ Sicura/ Armoniosa/ Coerente/ Precisa/ Giusta/ Serena/ Luminosità".
-Cos'è quest'incongrua accozzaglia di suoni?
-Non la riconosce, dottor Ungaretti? E' poesia. E' tratta da un libro pubblicato nel 2005.
-Ma sul serio?
-Secondo lei io sono vestito di ermellino e coronato d'alloro così, per fare dell'ironia? Lei è un osso duro, non è vero geom. Ungaretti? Ma forse riusciremo a farla collaborare con questi versi:"O corvo che voli fra le nuvole/ non certo aggraziato è il tuo volo/ somigli tanto al mio amore malato/ che nella fulgida bellezza non trova conforto// Cupo e strozzato si espande il tuo verso/ pari alla mia voce quando ho dinnanzi lei/ e l'emozione mi avvince il core/ e l'amore la mia anima fortemente stringe/ fino a farla sanguinare, vieni a beccare/ o corvo, le gocce purpuree, i fiotti...// Nei cieli plumbei senza sole/ vicino a te la mia anima funesta vola/ e senza pace e senza dimora/ annega nel nero colore".
-La smetta! Non siamo ad Abu Ghraib!
-La smetto? Ma se ha fatto tutto lei, ragionier Ungaretti.
-Io?
-E chi ha deciso che si poteva anche rinunciare al verso, alla strofa, buttare giù un po' di parole significative e chiamare tutto questo poesia? Noi, esimio fontaniere? I ragazzi della Terza C? Giovanni Hunyadi? Veda di non rendersi ridicolo.
-No, mi faccia capire, secondo lei io sarei giuridicamente responsabile di questi obbrobrî?
-Giuridicamente no, giacché noi non abbiamo poteri sovrani e lei è anche morto (vigliaccamente sottraendosi alla pugna, se posso). Tuttavia, moralmente le sue colpe ci sembrano pesanti e indiscutibili, date le prove che le abbiamo portato.
-Non credo affatto che sia così. Io ho solo aperto una frontiera di libertà, ridiscusso il verso e la metrica dall'interno; ma poi ad essi sono tornato, rivitalizzandoli, nella mia maturità artistica. Lo sa qualsiasi liceale.
-Quindi si dichiara innocente?
-Del tutto innocente.
-Abbiamo ancora qualcosa da leggerle, spett. idraulic. Ungaretti. Si sturi le sue orecchie alessandrine. "Amami/ amami perché sono la vita/ sono il trapezista sono il leone/ sono la stazione da cui partono/ i treni/ sono ieri oggi domani/ sono le mani/ che applaudono/ Sono il lago pieno di pesci/ sono i rovesci della fortuna/ sono la duna/ sono l’albero in mezzo al deserto/ sono il coperto del temporale/ sono la nave/ Io sono il mare/ e tu sei mia".
-...
-...
-Cristo... Ma cos'è questa... questa... questa cosa?
-E' il componimento-manifesto del più bel libro di poesia italiana dai tempi di Ossi di Seppia (secondo l'autore).
-Quindi meglio di Saba, Penna, ecc...?
-Eccèrto.
-E io avrei delle responsabilità in questa... questa cosa?
-Temo di sì.
-Fucilate pure la mia salma.
-La sua integrità le fa onore.
-Alla schiena, mi raccomando.
Un religioso silenzio accompagnò la lettura e più tardi, in un prato nascosto, l'esecuzione della sentenza e la morte del cadavere del poeta.
E forse io solo
so ancora
che visse
.

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22 gennaio 2007

La religione spiegata ai seienni


Come succedeva assai di rado, per tanti motivi ma non perché non piacesse ad entrambi, quel giorno padre e figlio erano usciti assieme a fare la spesa. Sulla strada del ritorno, il padre aveva deciso di passare per il parco, perché il tempo era atrocemente splendido per quella mattina di inizio gennaio. Il bambino era stato d'accordo.
Mentre il padre misurava con le sue lunghissime gambe i suoi passi paciosi, il figlio trotterellava intorno a lui. Ogni tanto si avvicinava e lo guardava serio. Il padre sapeva di doversi aspettare una domanda. Ingannava l'attesa asportando pezzi di mollica ancora calda dal pane che avevano comprato e mangiandoli in tutta calma.
Si volse verso il figlio:
-Vuoi del pane?
-No.
Poi si udì il rumore di un sasso calciato dal bimbo, e si vide e si sentì panico e battere d'ali tra i colombi che si trovavano sulla traiettoria. Per fortuna non ci furono feriti.
-Babbo?
-Sì?
-Cos'è Dio?
Il padre guardava davanti a sé quando iniziò lentamente a rispondere.
-Dio è la ragione per cui siamo qui.
-Non capisco.
Il padre sospirò.
-Dio è un uomo molto, molto vecchio e molto, molto forte che vive in un posto lontanissimo, dove il celeste del cielo si sbiadisce a poco a poco e diventa bianco. Un giorno che si sentiva molto solo, perché non c'era nessuno con lui, ha preso delle scatole di costruzioni che aveva solo lui e ha fatto gli uomini. Poi li ha dipinti ben bene e li ha messi sulla terra.
-Perché?
-Perché gli uomini sono divertenti e Dio è contento di guardarli.
-Anche Piero è divertente?
-Chi è Piero?
-Piero è un bambino fortissimo che viene all'asilo e dà i pugni agli altri bambini e li fa piangere. Poi gli prende la merenda. Qualche volta si capisce che neanche la vuole, perché ha già mangiato, ma la prende lo stesso. Piero è cattivo.
-Piero è il più divertente di tutti. Dio si diverte un sacco a guardare quelli come Piero, che pensano di essere cattivi. Poi quando quelli si sentono davvero forti, Dio gli soffia nel petto, piano pianino: ma il respiro di Dio è così forte che quelli si ribaltano e volano via. E non si vedono più.
-Povero Piero.
-Già, povero Piero.
-Allora le persone sono i giocattoli di Dio.
-Sì, ma lui non ci gioca come tu giochi con i tuoi. Lui ci guarda mentre giochiamo tra noi, di solito.
-Perché non ci gioca?
-Perché è troppo forte per giocare con noi. Se ci toccasse solo un po' con il suo dito mignolo, ci schiaccerebbe come tu schiacciavi quegli insetti rossi che c'erano la scorsa estate sul balcone, ti ricordi?
-Sì.
-Ti ricordi la macchia rossa che avevano fatto quegli insetti, alla fine?
-Sì. Poi la mamma mi ha sgridato.
-Esatto.
-Dio chi lo sgrida?
-Nessuno. Dio è alto e grosso e ha il vocione, nessuno lo sgrida mai. E poi è da solo, perché non ci può essere un altro forte come lui.
-E' proprio così forte?
-Sì. Pensa che quando Dio gioca a Subbuteo tira così forte e preciso che la palla finisce sempre nell'angolino, prima ancora che l'avversario faccia in tempo a prendere il portiere. Se per caso invece l'ha preso, il tiro spezza le braccia del portiere e bisogna andare a prendere la colla, sennò non si può ricominciare la partita. E quando gioca a nascondino, Dio non lo trova mai nessuno. Lo cercano per giorni, all'inizio solo quello che sta sotto, poi anche tutti gli altri che vorrebbero continuare la partita. Ma Dio non si trova mai, come se fosse scomparso.
-E quando sta sotto lui?
-Dio non sta mai sotto.
-Perché vince sempre?
-Esatto. Dio non perde mai.
Erano ormai quasi fuori del parco. Il bambino sapeva che adesso c'erano le macchine e doveva dare la mano a suo padre. Ma prima di arrivare al cancello, corse davanti a lui e poi si fermò di scatto, guardandolo.
-Dio è noioso, babbo.
-Abbastanza. Ma non dirlo, perché viene qui e ti lega insieme i lacci delle scarpe. E i nodi di Dio non si possono sciogliere.
-E io mi tolgo le scarpe e vado scalzo.
Il padre ci pensò su un po'.
-Eh, ma qualche volta fa troppo freddo per andare in giro scalzi. Poi ti sporchi i piedi e la mamma non è contenta.
-Allora bisogna aspettare che Dio si penta e scenda a slacciarti i nodi?
-Sì, si fa così.
-E Dio viene?
-Il più delle volte viene. In fondo, Dio è un brav'uomo. Ora andiamo a casa, sennò la mamma si preoccupa.
Il bambino perse la sua mano in quella immensa del padre e cominciò a camminare verso casa.
-Babbo?, fece poi ad un tratto.
I due si fermarono. Il padre lo guardò da quell'altezza vertiginosa. Il bambino pensò che anche Dio doveva trovare piccolissime le persone che scrutava dall'alto. Poi rifletté che in realtà non era possibile che fosse così: Dio doveva aver trovato un modo per vedere tutti gli uomini come se fossero grandi e vicini, altrimenti ci sarebbe stato sempre il rischio di confondersi.
Il padre attendeva la domanda con una piccola inquietudine.
-Babbo, cos'è il Subbuteo?
-...E' un gioco.
-Si gioca da soli?
-No, bisogna essere in due.
-E Dio contro chi gioca?
Il padre si grattò la testa con la mano libera, quella che reggeva le buste della spesa.
-Ogni tanto, quando è triste, prende delle persone sulla Terra, le stringe con delicatezza tra il pollice e l'indice e le porta a giocare con lui.
-Tu sai giocare a Subbuteo?
-Sì.
-Sei forte?
-Abbastanza.
-Non è che ora Dio ti prende?
-No, io prima devo insegnare a giocare a te. Poi, quando tu sarai bravo, Dio potrà prendermi quando vuole.
-Mi insegni?
-Facciamo domani. Ora torniamo a casa, sennò la mamma si arrabbia. E le femmine arrabbiate fanno paura anche a Dio.
-Sono cattive?
-Sono serie, è peggio.
-Non capisco.
-Non puoi capire tutto ora. Lasciati qualcosa per quando sarai grande.
Il bambino non seppe che rispondere. In quel momento un gattino nero, bianco e marrone passava sul marciapiede, con la coda corta dei gattini ben ritta in aria. Distrasse il bimbo quel tanto che bastava a soddisfare la naturale vanità dei felini, ma evitò con ogni cura di farsi avvicinare da lui. Padre e figlio si diressero a casa, e per un bel po' di tempo non parlarono più di religione.

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21 gennaio 2007

Le gioie del rapporto di coppia

Può anche darsi che la discussione che avete avuto sia stata pesante; che la sua assoluta convinzione di essere dalla parte del giusto avesse ben poca corrispondenza con la realtà; che ti abbia snervato col suo rivangare, ridiscutere, ripescare quello che per te è già chiuso; tutto ciò è possibile e fastidioso, nessuno lo nega. Ma quando finalmente raggiungete un armistizio e vi ritirate a dormire nello stesso letto, non c'è nulla di più dolce di sussurrarle parole lievi e affettuose, di baciarla e accarezzarla e osservare i suoi occhi che si chiudono, sereni, dimentichi della giornata. Le sfiori le gote, la accompagni al sonno e la perdoni per quei suoi difetti che sono in fondo parte di lei, della donna che ha scelto di starti vicino. Lei deve aver sentito la tua fiducia, perché ora dorme beata: le guardi il viso radioso e sorridi.
Poi sollevi con gesto leggero il lenzuolo e le scoreggi in faccia.
Lei increspa il suo nasino alla francese e tossicchia, ma continua a dormire.
Allora sai di amarla.

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18 gennaio 2007

Bei tempi andati

Il 18 gennaio 1871, nella suggestiva cornice del Salone degli Specchi della Reggia di Versailles, Guglielmo I di Prussia veniva proclamato Imperatore di Germania.

Il dipinto è storto ma il sentimento è diritto: grazie Otto, ci hai fatto sognare.

Si ponevano così le basi per la sistemazione e lo sviluppo dell'Europa: un forte stato tedesco egemone e l'umiliazione dei mangiarane. Fino al 1914 il Vecchio Continente avrebbe vissuto pacifico, operoso, relativamente prospero; e tutto sommato avrebbe conosciuto un'era di avanzamento morale e materiale. Tutto questo mentre le varie nazioni mantenevano la propria indipendenza interna: oggi invece i nostri Stati di civilizzazione antichissima, benché non sempre perfettamente riuscita, devono cedere porzioni del proprio territorio e della propria sovranità. E questa cosa si chiama alleanza, con curioso slittamento linguistico. D'altronde, oggi l'atto di chi rinuncia alla propria dignità e accetta e anzi richiede la subordinazione al più forte, grosso ed arrogante si chiama fedeltà.

***

All'epoca delle Guerre Persiane, i Greci -d'altronde dotati, è noto, di una spiccata capacità di analisi- realizzarono subito che lo scontro che li coinvolgeva era per certi versi anche una battaglia di civiltà: la libertà forsennata e litigiosa degli Europei si contrapponeva all'ordine efficiente, raffinato e servile degli Asiatici (semplificando assai la cosa). La domanda che ingenuamente sarei portato a pormi è dunque questa: che Europei siamo, se abdichiamo a tanto di quello che era il nostro retaggio? E se non siamo più Europei e non c'è più un Occidente, che diavolo di battaglia stiamo combattendo, ora come ora?

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17 gennaio 2007

Il futuro della razza ariana

Recentemente la rivista statunitense Time ha incoronato la persona dell'anno, come è tradizione. Questa volta la scelta è caduta su di voi: voi internauti, protagonisti di una poderosa rivoluzione pacifica che sta cambiando il mondo. Certo, anche sulla rete, mezzo democratico per eccellenza, ci sono i protagonisti e i comprimari: e a me piace pensare che il vero protagonista, il vero uomo dell'anno, sia lui, Anthony Cupido. Si parla tanto di declino italiano, ma intanto il superbono del mondo abita a Cassino. E che si sia autoproclamato tale è un dettaglio secondario: ciò che conta è l'attitudine.

Il sex symbol ciociaro in una pensosa immagine tratta dalla sua Fotogallery.

Ma non basta l'indubbia bellezza fisica a spiegare e a determinare il fascino di un maschio latino che si rispetti: servono anche l'onestà, il garbo, una certa qual ritrosia, l'assoluta mancanza di volgarità, una cultura vasta ed enciclopedica. E Cupido dimostra in queste conversazioni tramite MSN di possedere queste virtù. Ecco un saggio della sua virile reticenza e incapacità di millantare alcunché.
[18.11.39] (U) ANTHONY : gianna devo darti altre nOvità quindi è
meglio che prendi acqua e zucchero per nOn svenire
[18.11.48] Gianna - ant: ma no ahahahah
[18.11.52] Gianna - ant: dimmi tutto amore
[18.12.10] Hai appena inviato un trillo!
[18.12.23] (U) ANTHONY : sai cHi conOsco di personaggi vip tramite
msn
[18.12.31] Gianna - ant: chi??
[18.12.50] (U) ANTHONY : Sua Santità Papa b enedetto XVI
[18.12.57] (U) ANTHONY : eros ramaZZotti
[18.13.01] Gianna - ant: ??
[18.13.04] Gianna - ant: veramente??
[18.13.08] (U) ANTHONY : francesco baccini
[18.13.11] Gianna - ant: ma come fai ad essere cosi..
[18.13.13] (U) ANTHONY : sabrina ferilli
[18.13.16] (U) ANTHONY : maddalena corvaglia
[18.13.19] Gianna - ant: sei splendido in tutto
[18.13.22] (U) ANTHONY : francesca lodo
[18.13.25] (U) ANTHONY : giorgia palmas
[18.13.28] Gianna - ant: ??
[18.13.30] Gianna - ant: wow
[18.13.37] (U) ANTHONY : monica bellucci e giovanna rei
[18.13.55] Gianna - ant: mio dio..
[18.14.05] Gianna - ant: ti amo ricordatelo
[18.14.29] Gianna - ant: io posso darti tutto ciò ke i vip non
potranno mai darti però...
[18.14.34] Gianna - ant: L AMORE
[18.14.46] Gianna - ant: ...
[18.14.59] (U) ANTHONY : ancOra nOn ho finito
[18.15.06] Gianna - ant: ......!!
[18.15.21] (U) ANTHONY : antonella mosetti
[18.15.28] (U) ANTHONY : tizianO ferro
[18.15.39] (U) ANTHONY : john & lapo elkann
[18.15.39] Gianna - ant: fai prima a dirmi chi non conosci!
[18.15.52] (U) ANTHONY : sei rimasta contenta

Eh. Se lo volete anche voi, il contatto di Sua Santità è ratzi1927@hotmail.de. Resta il mistero su cosa si dicano, due spiriti così affini come il teologo bavarese e il cialtrone cassinate. Probabile che Benedetto XVI chieda lumi a Cupido per l'organizzazione dei suoi viaggi pastorali: l'azzimato playboy del basso Lazio è conosciuto infatti -e apprezzato- da circa un quarto della popolazione mondiale, quota ripartita in maniera piuttosto equa tra i quattro continenti. Sì, quattro, perché ad Anthony Cupido non risulta che esista l'Asia. O Catai e Cipango, come si usa dire nei dintorni di Cassino.
Il sito rosa e di gusto smaccatamente omoerotico del Nostro raggiunge però vette finora proibite ai comuni mortali nella sezione "I miei Hobby".
3. BACIAMANO COL GALATEO
15. AMO LA PUNTUALITÀ SALVO IMPREVISTI DELL'ULTIMO MINUTO
18. ODIO I GAY, I TRANS, I DROGATI, GLI ALCOLIZZATI E LE PERSONE MALEDUCATE SOTTO OGNI PUNTO DI VISTA
19. ODIO I LIBRI PESANTI COME AD ES.: "IL DIARIO DI ANNA FRANK" O "GUERRA E PACE"

Come Francis Fukuyama intravide una quindicina di anni fa negli eventi del 1989 la fine della storia, così a noi tocca prendere atto tristemente della fine della satira. Dopo "Sì al galateo, no ad Anna Frank", che altro resta da scrivere? C'è solo il vuoto, il nulla, l'inazione ed Anthony Cupido.

(questo post è stato spinto da Anna. No, non Frank).

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14 gennaio 2007

Sant'Antonio allu deserto

Quel noto delinquente laureato in giurisprudenza di Ziby mi ha giustappunto (o forse testé) coinvolto in una catena da blog. Per farla breve, dovrei rivelare cinque cose di me che non sapete. Che poi in realtà non ne sapete circa 56.780, essendo questa -peraltro- la ragione per cui tornate in questo blog. Ma passiamo repente alle cinque novissime novità.

1)Pronuncio usualmente "Zlatan Ibrahimović" ruttando. Talvolta mi riesce anche "Zlatan Ibrahimović svedese d'adozione". Sto lavorando per aggiungere "ma d'origine croatobosniaca".

2)Sono contrarissimo all'ingresso della Turchia nell'Unione Europea, mentre appoggerei decisamente quella dell'Iran, per ragioni storiche, linguistiche, sociali e razziali.

3)Il 6 luglio del 969 d.C. ho fondato il Cairo. In seguito ho abbracciato il Cristianesimo, seguendo poi in prevalenza la sua versione ortodossa, ho lottato con i Peceneghi e i Cumani della steppa, ho imparato a scrivere grazie ai missionari bizantini e mi sono ritirato dall'Elba alla Vistola a causa della pressione tedesca. Nel 1242 ho fermato i teutonici e i portaspada sul lago Peipus; ho combattuto valorosamente ad Ankara, anche se non avrei voluto partecipare alla battaglia. Ho sofferto il giogo tataro e mi sono organizzato nel mir e nella zadruga. Ai giorni nostri, sono stato il primo uomo nello spazio.
Tirando le somme, tutto quello che Francis Conte attribuisce a tali fantomatici "Slavi" nel suo libro omonimo, in realtà l'ho fatto io. Non si può dar retta agli storici francesi, escluso quel gran figo di Fernand Braudel.

4)Rimango sconvolto e affascinato dai colori come gli indios delle Antille dalle perline, all'arrivo di Colombo. Ho un'assoluta venerazione per tutto ciò che è variopinto e per il sigificato che i colori hanno. Mi piace tanto la curva di uno stadio ricoperta di sciarpe, mi piace la maglia degli Wolverhampton Wanderers e la bandiera dell'Uganda. Mi piacciono le ragazze con le magliette a righe, ma lì forse i colori possono anche passare in secondo piano. O forse no.

5)Ascolto e apprezzo la musica afro. Inaspettato, eh? E talvolta la ballo anche. E mi riesce pure bene, nonostante di solito io sia coordinato come Emile Heskey (beh, ora non esageriamo). Sarà che quando mi metto a ballarla è segno che il mio cervello e il mio corpo sono liberi e felici e si godono quel momento meraviglioso dell'esperienza umana che è l'ebbrezza (in senso lato).

N.B. Potrebbe anche esserci qualcosa di falso in questo post, ma non è detto.

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12 gennaio 2007

La voce del popolo

Giusto l'altro ieri (errata corrige: a questo punto tre giorni fa) Bruno Vespa mi parlava di questo interessante sondaggio del Corriere della Sera. Io volevo solo guardare "Tutto può succedere", con Jack Nicholson e Diane Keaton, ma lui è entrato a forza nella pubblicità e ha presentato i risultati dell'indagine. Ebbene, pare che gli italiani intervistati, peraltro ancora bolsi e con l'occhio bovino per i grassi ingurgitati durante le feste, abbiano sentenziato che l'esecuzione di Benito Mussolini nel 1945 fu un errore.
Appena sono venuto a sapere di questo sondaggio, ho avuto un'illuminazione. E' proprio di questo che abbiamo bisogno: dell'opinione di gente impreparata su fatti storici complessi. E allora perché fermarsi al 1945? E la storia precedente cos'è, merda? In conseguenza di ciò, ieri sono entrato in un ufficio pubblico a caso, munito di lista delle persone da chiamare (selezionate secondo i più moderni e rappresentativi dettami della sociologia), e mi sono messo a sondaggiare.
Le domande erano state studiate da un'equipe composta da Renato Mannheimer, Cesare Ragazzi e Sberla dell'A-Team perché fossero il più possibile comprensibili, mantenendo allo stesso tempo il loro valore scientifico e d'opinione.
La prima domanda che abbiamo posto è stata dunque questa: Qual è nel complesso il suo giudizio sui risultati della Guerra dei Trent'Anni?

Figura 1.
Come mostra il grafico, l'opinione pubblica italiana è piuttosto combattuta; nel complesso, anzi, i delusi e i soddisfatti grossomodo si equivalgono. Colpisce però la sproporzione regionale: se al Nord e al Centro prevalgono rispettivamente i giudizi negativi e abbastanza negativi, al Sud la somma di chi appoggia più o meno incondizionatamente la pace di Westfalia giunge a valicare il 50%. In particolare, la Basilicata e la Sicilia Orientale hanno mostrato un gradimento quasi plebiscitario verso le condizioni di pace, mentre più tiepida è risultata essere la Sardegna. D'altra parte, è statisticamente importante anche l'elevato tasso di reticenza riscontrato nelle regioni del Settentrione: alcuni intervistati preferivano infatti non rispondere, con varie motivazioni, quali "dopo la lega di Smalcalda sono deluso dai principi tedeschi e non voglio più parlarne", "qui sul Lago di Garda abbiamo turisti da tutto il Nordeuropa e non voglio scontentare nessuno", "mio zio da giovane era all'assedio di Mantova e c'è rimasto un sacco male. Da allora in casa non si fa parola dell'argomento". Dunque questo primo quesito ci ha mostrato solo la divisione del nostro paese, a distanza di quasi quattrocento anni, tra un Sud entusiasta della ritrovata armonia westfalica che mise fine alle guerre di religione in Europa e un Centro-Nord decisamente più contrariato e meno disposto a festeggiare. Ci è parso quindi necessario, per realizzare un'inchiesta seria che davvero sfidasse l'ipocrisia e il politicamente corretto impostoci dal Mazzarino e dai suoi degni compari, chiedere quali fossero i motivi di delusione e gli strascichi lasciati dalla guerra. Ecco, perciò, la seconda domanda: Cosa in particolar modo non l'ha soddisfatta, della Guerra dei Trent'Anni e del suo lascito?

Figura 2.

Si nota subito come la prima causa di disagio sia l'eccessivo numero di tedeschi tuttora presenti in Europa. Più del 24% degli intervistati sostiene che questo sarebbe un problema; ma la percentuale sale quasi al 100% presso alcune categorie sociali, quali gli evasori fiscali, i fantini e i coniugati o fidanzati con partner a suo tempo bombato da un tedesco. La seconda fonte di preoccupazione, espressa dal 18,3% del campione, è il lento ma inesorabile avvicinarsi del regno di Francia a Strasburgo. Molti hanno anzi apertamente manifestato il timore che prima o poi, di questo passo, la città alsaziana (indubitabilmente tedesca) venga annessa allo stato transalpino, che riuscirebbe così a spezzare l'anello di ferro absburgico che lo serra tra la penisola iberica e i Paesi Bassi spagnoli. Il partito filo-imperiale è particolarmente forte nelle valli prealpine e nelle Murge pugliesi; gode poi di immensa popolarità, dal punto di vista sociale, tra i gestori di bar sulle vie consolari e i guardiacaccia in pensione. La terza frustrazione degli italiani, con il 15,8%, è la mancata partecipazione dell'Impero Ottomano al conflitto, forfait che ha decisamente abbassato il numero di atrocità, massacri, stupri, esecuzioni di massa e tutto ciò che fa festa in una guerra. In particolare, hanno risposto così i figli di almeno un genitore omosessuale, i discendenti dei savoiardi riparati in Italia al momento dell'annessione alla Francia, gli abitanti di Manfredonia e Otranto (per una questione di reciprocità), i pizzaioli assunti in nero e la quasi totalità dei pusher di religione cattolica. Raccoglie poi un inaspettato 14% il rammarico per il declino della cavalleria, che neanche la manovra del caracol è riuscita ad arginare. Le donne oltre la terza di reggiseno, i padroni di cani a pelo lungo o giallo, gli spezzini e le fiammiferaie hanno contribuito in modo particolare ad infoltire questa categoria, fatta per lo più di dolci ed ingenui idealisti. Più tangibile è la preoccupazione del 13,5% del campione, che sostiene di aver perduto beni (quali ville, poderi, caffè con terrazza panoramica, bordelli di lusso) posseduti in precedenza nell'ubertosa Sassonia; a causa per lo più della battaglia di Breitenfeld del 1631. Ovvio che la maggioranza di chi ha risposto in questa maniera sia formata da albergatori, papponi, gelatai e altri piccoli imprenditori, localizzati in prevalenza nel Nord-Est e in Liguria. Stupisce però che anche il 90% dei sagrestani e delle perpetue interpellati abbiano scelto questa risposta. Ragazzi e ragazze, ma anche cinquantenni con il pallino del romanticismo e la necessità di rivitalizzare un matrimonio, sono coloro che hanno invece visto un dramma nel loro fine settimana praghese rovinato dalla battaglia della Montagna Bianca e dalla successiva repressione anti-protestante. Ad esempio, Beppe di Paderno Dugnano, 21 anni, si è recato nel 1620 nella capitale boema con la fidanzata Gessica. Ci ha raccontato questo:"Beh, l'albergo era in una bella posizione, molto vicino al Castello. Tant'è che potevamo vedere dalla finestra le teste dei calvinisti infisse su delle picche e udivamo distintamente le grida dei torturati. Per questo la mia donna... beh, insomma, non me l'ha data mai. Dico, uno va a Praga e neanche chiava? Ho provato a lamentarmi con il Wallenstein, ma mi ha fatto frustare. Poi Gessica è fuggita con un ussaro slovacco. Lui le ha detto che lei gli ricordava la sua patria. E il servizio in camera faceva anche schifo, ecco". Infine, un ristretto 4% degli intervistati, per lo più militari in pensione, lavandaie e badanti moldave, si è lagnato per il mancato trionfo del Palatinato nel conflitto. Pare che in effetti la SNAI pagasse bene la vittoria del piccolo stato calvinista; per questo motivo e per la simpatia innata dei suoi governanti, solo nella provincia di Siracusa erano nati otto fan club ufficiali, i cui membri ora si ritengono comprensibilmente delusi.
L'ultimo quesito posto ai nostri collaborativi intervistati, giacché l'ufficio pubblico era sul punto di chiudere, è stato infine questo: Riterrebbe auspicabile una nuova immane guerra di religione e di potere al centro dell'Europa? Vediamo le risposte.

Figura 3.


Ogni commento è superfluo, quando le persone si esprimono con tale chiarezza e nobiltà.

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11 gennaio 2007

All'attenzione della spett. ditta "Al Qaeda", Miami Beach, Florida

Il 13 gennaio, con il rutilante show "E io pago", ricomincia il Bagaglino.


Intendo dire: finalmente anche noi pagliacci arretrati e misogini potremo ricominciare a farci una bella risata, dopo una pesante giornata di lavoro.

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09 gennaio 2007

Al servizio del consumatore

Improvvisamente ho deciso che questo blog dev'essere utile. Basta con il parlarsi addosso, con gli scherzi e le futilità: cerchiamo dunque di svolgere un servizio sociale. Cominciamo col rispondere a tutti quei tapinacci che sono entrati in questo luogo con un'idea precisa in testa, una curiosità da esaudire o alla ricerca di un'informazione vitale, e sono rimasti frustrati. E noi non vogliamo che la gente rimanga frustrata, sennò perde fiducia in sé e partecipa alle selezioni del Grande Fratello. Esaminiamo dunque le mille (meno di mille. Tranquilli) legittime spie della fame di cultura delle persone.

***

come decorare un torrone (novembre 2006).

Prova con uvetta e pezzetti di topicida.

strapparsi peli barba (novembre 2006).

Hai tutta la mia approvazione, caro Osama.

l'origine del biliardino (ottobre 2006).

Che domanda interessante. Il biliardino rappresenta l'ultimo residuo, ormai solo simbolico, di un'antica e tragica cerimonia in cui due squadre formate da giovani di villaggi contrapposti si legavano a robusti tronchi di betulla e lottavano fino alla morte per onorare Toutatis ed altre sanguinarie divinità del pantheon celtico.
Oppure l'hanno inventato a Lucca nel 1923, adesso non so bene.

come si preparano i lupini (novembre 2006).

Montali a neve con una mazza ferrata.

una moglie fica e timida (novembre 2006).

Eh. Il massimo, per noi pervertiti.

cotone ombelico (novembre 2006).

E' un dolore sempre vivo.

gattuso nudo complimenti (dicembre 2006).

No, no, complimenti a te.

fumetti sull'ape (dicembre 2006).

Nel cassone?

culi "ambasciata del brasile" (gennaio 2007).

Diciamo "ambasceria".

come si lecca la figa (gennaio 2007).

Mani sulle 10.10 e fari accesi anche di giorno.

il cazzo racconta la sua prima volta nel culo (gennaio 2007).

Mi spiace, ma non ci sono sezioni di AN in questa città.

cani in omaggio (gennaio 2007).

Per quelli non posso aiutarti, ma so che da MacDonald ci sono gli hamburger a 50 centesimi. E la composizione dovrebbe essere molto simile.

chi ha accompagnato cook in australia? (dicembre 2006).

Franco Califano.

sesso video gay irsuti (dicembre 2006).

Fuori da questo blog.

significato del carciofo nei sogni (dicembre 2006).

Significa che devi metterci più tabacco.

modi di cottura della melanzana spinosa (novembre 2006).

Ti sei rivolto alla persona giusta. Prima di tutto devi punzecchiarla con una forchettina a tre rebbi in stile liberty, per intimidirla. Poi togli con pinzette per sopracciglia mai lavate, per dare più sapore, ogni singola spina; terminato il trattamento, taglia l'ortaggio a metà, sfottilo e mettilo su un piatto che lascerai sulla terrazza finché non te lo rubano. A quel punto va' al mercato e comprane una normale.

giornalista fiocchetti (dicembre 2006).

Ora non esageriamo.

la vagina piu bella del mondo (dicembre 2006).

Non ne ho idea, ma la prossima volta mi piacerebbe stare in giuria.

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E se c'è qualcuno di questi begli spunti che vi intriga proprio, sono disposto a scriverci un post sopra. Pensate come sono bravo.

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Per cui facciamoci prender bene

Oggi Gennaro Ivan Gattuso, gloria dell'Alto Jonio Cosentino, compie 29 anni. Si festeggia a cozze (danke manuel calavera).

Poi, una domanda: la versione tedesca di wikipedia scrive alla voce Gattuso:"...ist übrigens einer der wenigen Spieler von Milan, der die Partei Forza Italia des Vereinspräsidenten Silvio Berlusconi nicht unterstützt" (è inoltre uno dei pochi giocatori a non sostenere Forza Italia, il partito del presidente del club, Silvio Berlusconi). Sulla base di cosa affermano ciò? Attendo vostri contributi, prima di esultare.

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06 gennaio 2007

Un giorno di ordinaria befania

VENEZIA - Si è offerto volontario per pulire piazza San Marco. Federico Bastianelli, un ventottenne di Falconara, in provincia di Ancona, sarà a Venezia la mattina della Befana, aggregato ad una squadra di Vesta. Il giovane, che nelle Marche lavora come netturbino, ha una passione particolare: pulire volontariamente le piazze più importanti d'Italia. Ha scritto al Comune di Venezia per proporre la sua opera e l'assessore all'Ambiente, Pierantonio Belcaro, ha accettato la sua richiesta: «Mi è parsa una cosa simpatica», ha spiegato. Viaggio e alloggio sono a suo carico. Bastianelli entrerà in servizio alle 5.30 del mattino e concluderà il suo turno alle 10.30, per poi concedersi a stampa e tv (da: il Gazzettino).

Sì, quest'uomo ha preso un giorno di ferie per andare a Venezia a pulire Piazza San Marco. Sarà matto, ma almeno è utile e civile. L'hanno anche intervistato, il tg regionale del Veneto credo, poi il servizio è apparso anche sul giornale aradio marchigiano. Ha detto che aveva scritto anche a Roma ma non l'avevano calculato; Firenze ha rifiutato; con Bologna c'erano stati dei cuntati telefonici, ma la cosa si è arenata. Poi gli hanno chiesto che differenze c'erano tra pulire la piazza dei Dogi rispetto alle vie di Falconara Marittima, centro industriale a nord di Ancona, dove si accalcano gli autocarri diretti alla raffineria. Lui c'ha pensato un istante e poi ha detto che l'unica differenza è a Venezia le persone se spostane in barca.
Ed è vero, il resto è tutta sovrastruttura. Se anche Falconara fosse stata costruita sugli isolotti e fatta tutta di canali, forse anche loro oggi avrebbero i giapponesi in gondola. Invece hanno la terraferma e l'Api. E c'è chi parla male del determinismo.

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04 gennaio 2007

Le grandi recensioni del Gattusometro-1

Khaled Hosseini, Il cacciatore di aquiloni
Titolo originale: The Kite Runner
Traduzione di Isabella Vaj
394 pag., Euro 17,50 – Edizioni Piemme

Alettone posteriore: qui si rivelano delle cose sulla trama! Cose grosse! Non leggete, se non volete correre il rischio di saperle, le cose!

Vi avranno parlato di questo libro. Non è affatto male, tutt'altro: prende e coinvolge e si divora in un pomeriggio. Specialmente se coltivate un interesse per gli aquiloni o per la sodomia, è un volume che fa davvero al caso vostro. Se poi alberga in voi un Aldo Busi infante, e conseguentemente siete attratti e affascinati da entrambi questi argomenti, non potrete che rimanere colpiti e incantati dalla prosa un po' polpettonesca e "americana", ma non certo spiacevole o pesante, di Khaled Hosseini (onore a chi ha effettuato la traduzione, in questi casi). Certo, ci sono anche delle cosette un po' forzate: il fatto che in tutto l'Afghanistan, negli anni tragici del colpo di stato filocomunista, poi dell'invasione sovietica e infine del regime talebano, ci sia un solo cattivo (come anche un solo ebreo, ma questo è noto e risaputo), pare vagamente irreale. Se poi il supercattivo è anche biondo, quel vago sentore di "artificioso" si addensa nell'aria. E basta con quella fionda: è già successo un fracco di pagine fa, fatti venire un'idea nuova, Khaled. Infine, un altro problema è il fatto che l'intreccio e con esso tutta la tensione del libro si risolvano a cento pagine dalla conclusione, cosicché tutto il resto del volume, non per colpa della scrittura di Hosseini, sono un continuo e sempre più svogliato domandarsi "quando arriva la fine?". Il punto è che uno si rilassa dopo che la storia è chiusa: non posso continuare a fremere di suspense se i malvagi sono fuori combattimento e l'eroe è al sicuro. E' come chiedermi di mantenere l'erezione dopo che ho eiaculato: non è cattiveria, diciamo solo che va contro le più elementari leggi dell'idraulica e della narrativa.
Detto questo, mi auguro che vogliate farvi un'idea personale su "Il cacciatore di aquiloni" comprando il volume o facendovelo prestare da uno dei molti amici che l'hanno già letto. Tanto il dr. Hosseini se ne frega se lo acquistate o no: lui fa il medico nella California del Nord ed ha già venduto a Spielberg i diritti del film prossimo venturo, non ha certo bisogno di 15 euro in più per mettere assieme pranzo e cena. Abita mica a Kabul.

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02 gennaio 2007

Confutazione

Non è vero che il tempo è cattivo, non è vero che i ricordi non contano. Se può esistere un luogo (una città, un prato d'erba bagnata, la cucina in cui lei taglia le verdure per la cena. Appoggiato allo stipite, la osservi), che è la proiezione dello spazio nella realtà, allora esiste anche il momento, che è il modo in cui il tempo agisce nelle nostre vite. Il tempo scorre, e per fortuna, ma il momento esiste per sempre. Il ricordo è una teca, in cui si conservano i momenti: tu su quel ponte non ci sei più, posso convenire, d'altra parte il cambiamento è la matrice della vita; ma se lei un giorno si accosta allo stesso parapetto e fuma, è solo perché una volta ci sei stato. E non sei stato dimenticato.
Ché poi, il momento è la forma della felicità. In un nudo secondo, capita a volte che si ami più che in un'intera vita, senza fare fatica. Si hanno intuizioni fantasmagoriche e sensazioni acute che non avrebbero senso, se dovessero durare anni. Quel breve luccichio si perderebbe nel crepuscolo della vita, se davvero non si potesse combattere il tempo. Invece puoi prendere la tua palla di cristallo, aprirla e infilarci dentro il momento che ti interessa: lì dentro i giorni non passeranno mai. Non solo: se ti va, puoi girare la palla e far cadere della neve sul tuo ricordo, perché è tuo e lo pensi come vuoi.
In ultima analisi, il tempo è utile, perché ti permette di cambiare e di capire le cose (questo accade raramente, ma almeno uno ci prova). Ma quello che è successo una volta, se sta a cuore a qualcuno, esiste per sempre. Dunque non c'è alcun motivo di temere: finché vive chi ti vuol bene, non c'è chi ti cancelli dai tuoi luoghi.

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