21 dicembre 2007

Il piccolo colzenteraio* (una storia di Natale)

Fuori c'erano le luci, la felicità di tutti, l'andirivieni degli ultimi ritardatari o degli eterni indecisi alla ricerca del regalo di Natale per i loro cari; dentro, nel freddo stanzino al piano terra, in quello che fino a poco tempo prima doveva esser stato un garage e che del garage conservava l'apparenza fredda e inospitale, c'era il suo lavoro. Il ragazzo telefonava a perfetti sconosciuti per pochi soldi ed era costretto a subirne spesso gli insulti o il sarcasmo, senza che neanche questo servisse a rimpinguare il suo magro salario. A fine giornata, poi, tornare a casa sfinito era la sua unica ricompensa; contemplare le vetrine e le luminarie, la festa di chi poteva permettersi di festeggiare, la sua unica prospettiva. Il ragazzo guardava dalla finestra sporca e angusta che dava sulla strada e non poteva accettare quello che vedeva; perciò un giorno decise che sarebbe tornato al lavoro di notte, e avrebbe dato a quel posto lurido e a quella società che lo emarginava il solo ringraziamento che sentiva di dover esprimere. E così fece: sul tavolo della cucina, tolti i piatti della sua modesta cena, preparò una bottiglia incendiaria, la infilò nel giaccone, uscì di casa e volse di nuovo i suoi passi verso lo stanzino sporco e trillante che ben conosceva.
Giunse sul posto e subito spaccò la finestra che tanto odiava, deciso a far passare di lì l'ordigno, poi fece qualche passo indietro per calibrare meglio il lancio. Era già col braccio proteso, quando iniziò a nevicare. Un fiocco dopo l'altro, la morbida coltre bianca si posò su di lui, sulla molotov, sulla sua rabbia e il suo risentimento, e tutto ricoprì. Il ragazzo mosse la testa verso l'alto, a contemplare la neve che scendeva silente; poi rimase assolutamente fermo, lasciando che ogni cosa scomparisse in quella pace inaspettata. Allora gli balenò il sospetto che non tutta la felicità del Natale gli fosse preclusa.
Lo trovarono il mattino dopo, ancora nella stessa posa della sera precedente, innocuo, pentito, assiderato e morto.

*Nel senso di operatore di call center.

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