22 gennaio 2008

Ritorno alla terra

Una delle scopate più belle che si possano fare è quando ti scopi la terra. Con queste parole non vogliamo riferirci a quel pallocco d'argilla animata che sono gli esseri umani e all'avere rapporti sessuali con loro; ciò che intendiamo è proprio il recarsi in un luogo non pavimentato, vergine d'ogni piastrellatura, afferrare ed accarezzare il terreno e fare l'amore con esso.
Naturalmente si darà la preferenza ad una terra né troppo fangosa, che sarebbe impossibile da baciare senza strozzarsi di guazza e batteri virulentissimi, né sterile ed arida, tale da opporsi ad ogni penetrazione. L'ideale sarebbe un bel prato di erba soffice frammista di fiori profumati, una terra odorosa e morbida che puoi baciare sul collo ed assaporare con voluttà mentre ti sdrai su di essa. Giunti a questo punto, sarebbe volgare, ed offensivo per il lettore, dare ulteriori indicazioni e prescrizioni: ognuno se la sbrighi da sé, faccia a faccia con il proprio io, solo di fronte alla platea invisibile com'è ogni uomo davanti alla propria erezione.
Ad ogni modo, terminata gloriosamente l'operazione, è buona regola slacciare i calzoni e lasciare che qualcosa della propria umidità arrivi alla terra; non potrete fecondarla, ma questo non vi impedisce di amarla e di testimoniare la vostra profonda dedizione. Poi restate lì a lungo ed abbracciate con il calore che merita la vostra grande amante, gravida di tutto e anche di voi.
Purtroppo la terra si può amare solo alla missionaria e non sono possibili altre posizioni; conveniamo che si tratti di un nobile obiettivo, ciononostante è arduo convincere il mondo a sedersi sul vostro pene.

categorie: ,

visite dal 24 ottobre 2006