30 gennaio 2009

Una gitarella ai laghi

Non è per caso che ci si ritrova ai Laghi Masuri, non è per caso che non si ha più nulla da dire. Ai Laghi Masuri si può dire soltanto: bianco, nero, e Paul von Hindenburg, ma parlare di Hindenburg di questi tempi è malvisto dal grosso dell'opinione pubblica e dalla Società delle Nazioni. Dunque l'uomo civilizzato e progredito che ha desiderato ardentemente di sparire, perché le cose si sono fatte troppo numerose e complicate, perché il suo petto ha qualcosa che non va e continua a bruciare e a far male, quell'uomo si ritrova ai Laghi Masuri e là scopre che è tutto nero e bianco; il nero è morto e bagnato, il bianco dorme ed è neve. La scelta migliore, in questi casi, è il bianco: purtuttavia quell'uomo non tarderà a scoprire che la neve non spegne, la neve attutisce e copre, ma il fuoco in petto rimane. Però si sopporta meglio. (Il nero spegne, invece, ma la scelta del nero è inseparabile dalla morte: e non c'è motivo per morire ai Laghi Masuri, derisi dai bisonti europei reintrodotti soltanto di recente).
I Laghi Masuri sono una zona morta e addormentata che si estende su regioni desolate, dalla Provincia di Pisa fin verso la Bielorussia. Stando lì si impara senza volerlo il tedesco e il polacco e un po' il masuro, che è una lingua che si parla a bocca chiusa, ma non c'è mai nessuno con cui parlare. I rari passanti procedono trafelati, a volte montati su tandem d'epoca, e se si rivolge loro la parola si limitano a toccarsi la falda della tuba, imbarazzati. i contadini sui loro carri trainati da bisonti, o a volte da altri contadini, non salutano nemmeno. Forse perché non portano cappelli e odiano chi può permettersi una tuba.
Tutto ciò che si può fare ai Laghi Masuri è stare fermi e aspettare di essere ricoperti di neve, poi diventare bianchi e far parte del paesaggio. Allora sarà lecito attendere che passi un carretto trainato da un contadino, avvicinarsi non visti per tutto quel bianco, attaccarsi alla stanga e sperare in masuro - a bocca chiusa - che vi riportino a Pisa.

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