23 agosto 2006

Una gita a...

Questa settimana andiamo ad Arcevia. Prima di tutto perché ci va, poi anche perché è un posto meraviglioso. Ma vediamo i dettagli.
Arte e cultura. Da vedere ad Arcevia c'è Arcevia, e non è affatto poco, e soprattutto i suoi stupendi castelli. Grazie alla loro protervia e malvagità, gli abitanti di Arcevia hanno conquistato nel Medioevo parecchi luoghi; oggi il Comune ha un territorio molto vasto e comprende autentici gioielli, tra cui sono assolutamente da vedere Palazzo e Loretello; ma anche gli altri sette castelli (Arcevia ne ha in tutto nove), in particolare Castiglioni e Piticchio, non sono male. Anzi, piacciono a tutte le persone intelligenti; non aggiungo altro. Ad Arcevia città ci sono mura possenti, un giardino grande e in posizione invidiabile (dov'era la rocca della città medievale), numerose chiese -alcune anche molto belle- e un museo archeologico. Questo museo, che si trova in un grazioso chiostro, raccoglie anche alcune testimonianze dei Celti che occupavano, qualche secolo prima di Cristo, la zona di Arcevia. Non si dovrebbe infastidire il riposo delle persone; ma nelle sepolture dei Celti sono state trovate tali oggetti d'arte che vale la pena di perdonare questo peccato.
Natura. La mancanza di capacità e voglia di lavorare, tipica di questi strani marchigiani, mantiene il territorio di Arcevia quasi privo di industrie e altri segni dello sviluppo. Questo è un bene per il panorama. Salite sui monti intorno ad Arcevia, affacciatevi dalle mura, girate un po' in macchina per le frazioni. Poi capirete che intendo, quando dico che un paesaggio così non si trova mica facilmente. O forse si trova solo qui.
Clima. Romantico, tendente al sublime: neve, freddo, molto vento. D'estate si sta abbastanza bene. Se amate il posto potete però apprezzare anche il clima, che ha un vantaggio: scoraggia il turismo di massa. Non scoraggia però i cinghiali (che sono comunque molto buoni).
Storia, genetica e psicologia. Quasi tutti i marchigiani sono convinti di essere i migliori della regione (o del mondo, talvolta). Lo pensano anche gli abitanti di Arcevia: ma la differenza è che loro hanno ragione.
Grazie alle loro origini celtiche e franche -la città medievale fu probabilmente fondata dalle truppe di Carlo Magno, che lasciarono anche uno strano santo patrono francese- gli attuali arceviesi sono alti, belli e presuntuosi. Il loro complesso di superiorità, del resto comprensibile, non ha quasi limiti. Nonostante questo si divertono molto a scherzare, bere (molto) e a parlare male della loro patria. Attenzione, però: sono un po' timidi e sensibili, e bisogna aver pazienza con loro.

Diese Woche fahren wir (ich und Sie) nach Arcevia (spri.:Artschäwia). Erstens, weil wir wollen; zweitens, weil es doch ein wunderbarer Ort ist. Sehen wir aber die Details.
Kunst und Kultur. In Arcevia ist Arcevia zu sehen, und das ist sicher nicht wenig, doch überhaupt sind seine wunderschöne Schlößer zu besuchen. Dank ihren Gemeinheit und Arroganz haben die aus Arcevia im Mittelalter zahlreiche Gebiete erobert. Heute ist die Gemeinde Arcevia sehr weit und bezieht echte Perlen ein, unter denen Palazzo und Loretello auf jeden Fall zu sehen sind; die übrigenen sieben Schlößer (sie sind gesämtlich neun) sind ja aber nicht schlecht. Ja gefallen sie allen intelligenten Menschen. Und ich füge nichts hinzu. Arcevia hat kräftigere Mauer, einen schönen Garten, der sich in einer malerischen Lage findet (dort lag die mittelalterliche Burg), mehrere Kirchen -deren einige sind auch sehr schön- und ein archäologisches Museum. Das liegt bei einem hübschen ehemaligen Kirchhof, und sammelt auch einige keltischen Funde. Diese Kelten bewohnten manche Jahrhunderte vor Christus das Gebiet Arcevias. Zweifelsohne sollte niemand die letzte Erholung der Leuten belästigen: jedoch wurden solche Kunstwerke in den Gräbern der Kelten gefunden, dass man diese Sünde gern verzeihen kann.

Natur. Die typische Mangel an Unternehmen-Fähigkeit und -Lust, die diesen überraschendern und komischen Inwohnern der Marken gehört, behält die Gemeinde Arcevias fast ohne Industrien und andere Zeichen der kapitalistischen Entwicklung. Das ist doch gut fürs Panorama. Bitte steigen Sie mal auf die Berg, die Arcevia umgeben, zeigen Sie sich aus den Mauern der Stadt, fahren Sie das Auto durch die Dörfer und das Land. Dann werden Sie verstehen, was ich meine, wenn ich das sage: eine solche Landschaft findet man nicht so leicht. Oder vielleicht kann man nur hier das finden.
Klima. Das ist ganz romantisch, fast nah dem Erhabene: Schnee, Kalt, oftmals Wind. Im relativ frischen Sommer kann man damit ziemlich zufrieden sein. Wenn Sie jedenfalls den Ort lieben, können Sie auch das Klima schätzen, das einen Vorteil hat: es entmudigt den Massentourismus. Die Ebere entmudigt es aber gar nicht (die allerdings sehr lecker sind).
Geschichte, Genetik und Psychologie. Fast jeder in Marken ist überzeugt, der beste der Region (oder der Welt, passiert es auch) zu sein. Das denken die aus Arcevia auch. Es gibt jedoch einen Unterschied, das heißt, dass sie Recht haben. Dank ihren keltischen und fränkischen (die Stadt wurde wahrscheinlich von den Truppen von Karl dem Großen begründet, die auch einen sonderbaren französischen Patron ließen) Ursprüngen sind die aktuellen Arcevia-Inwohner groß, attraktiv und eingebildet. Ihr -übrigens ganz verständlicher- Überlegenheitskomplex ist fast unbegrenzt. Trotzdem haben sie viel Spaß, indem sie scherzen, lachen, (viel) trinken und wenn sie schlecht von ihrer eigenen Heimat reden. Aber sind Sie mal aufmerksam: sie sind normal ein bisschen scheu und empfindlich. Man muss mit ihnen Geduld haben.

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