05 marzo 2008

Gigli d’oro in campo azzurro bordato d’argento e di rosso (€ 18,50)

La mia vita è decisamente cambiata, da quando sono cittadino del Ducato di Borgogna. Ho fissato la bandierina coi gigli e le strisce gialloblù al portapacchi della bici: la gente mi sorride, mi ferma, mi fa i complimenti per aver consegnato Giovanna d'Arco agli inglesi.
-Je ce sta be', mi dice un tale mentre siamo fermi ad un semaforo, Polea armane' lì casa: vedrai che nte quela maniera gne succedea gnè. Digo giusto?
Giusto, concordo. Stringo la mano al tizio e me ne vado pedalando forte, contento di aver trovato un'anima affine.
Al supermercato una donna mi guarda e mi sorride mentre scelgo i peperoni. Sono un po' piegato in avanti, ha notato lo stemma sui guanti che ho infilati nella tasca posteriore. Ricambio il sorriso e la osservo a mia volta: che belle tette che ha, penso. Parliamo un po' mentre facciamo la fila, vien fuori che ha un marito e un figlio di due anni, il che spiega le tette. Il marito è un brav'uomo, per carità, ma non capisce la sua passione per la Borgogna. Ci diamo appuntamento per il giorno successivo al parco; mentre torno a casa ho qualche scrupolo morale, ma riflettendoci bene realizzo che la ricostituzione della Lotaringia è uno scopo ben superiore anche al rispetto di un'unione legittima.
Poi incrocio una signora anziana, che mi chiede tutta gentile di salutarle Carlo il Temerario. Ricambio i convenevoli e prometto che lo farò senz'altro. Non ho il cuore di dirle che è morto nel 1477 all'assedio di Nancy.

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