20 settembre 2006

La realtà è inferiore

Signore e signori, benvenuti a Norimberga (Franconia), dove questa sera il noto artista Albrecht Dürer sfida la perfezione del creato. Dopo il tradizionale scambio dei gagliardetti, sarà il mondo tangibile ad iniziare la gara. Vediamo che esso si dirige verso la curva dove sono assiepati gli ultras creazionisti; si notano diversi preti, mullah e rabbini a cavalcioni sulla ringhiera, mentre guidano il tifo e lanciano svariati cori a favore dell'infallibilità del Creatore e dell'imperfettibilità del suo Creato. L'inferiorità dell'uomo e della sua potenza creatrice è sottolineata da slogan quali "Uomo, Uomo, Vaffanculo" e "Devi pentirti". Ma ecco che si inizia il confronto: è la realtà a tenere palla. Cincischia... Perde tempo... Dürer dal canto suo si limita ad attendere, sornione. Ecco che finalmente c'è l'affondo del creato: si tratta della lepre comune -o forse di un coniglio nano. Lo vediamo con chiarezza nella prima foto*. L'esultanza dei supporters della realtà è incontenibile. Bengala e turiboli ardono tra gli ultras tradizionalisti. In effetti, ci troviamo di fronte ad una forma di vita in grado di mangiare, cagare, produrre numerose altre lepri (sia pure in collaborazione con un proprio simile). Una bella prova davvero della potenza e precisione cui Dio, o chi per Lui, ci ha da tempo abituati. L'incisore norimberghese non sembra tuttavia eccessivamente scosso. Si riassesta i lunghi capelli biondi e risponde da par suo, con la sua Lepre (che voi lettori che ci seguite da casa potete ammirare nella piazza chiamata Beim Tiergärtnertor, presso il Castello di Norimberga): signori, ci troviamo di fronte ad un colpo da maestro. Questa lepre non sporca, non muore, è bellissima e perfetta, e -ciò che più conta- è ben più facile vedere un'anima attraverso i suoi occhi bronzei che attraverso quelli, sia pure vivi e pulsanti, della lepre di carne. La realtà è al tappeto, né sembra in grado di riprendersi. Lo sgomento serpeggia tra i sostenitori del mondo tangibile, che preferiscono aggrapparsi a pretesti per non dover ammettere la sconfitta: sentiamo alte grida di "Materialismo" e "Comunismo" all'indirizzo di Dürer. Proteste vane e insensate, se ci consentite un giudizio da cronisti, giacché è evidente che non si può parlare di mero materialismo dinanzi ad una prova così completa della capacità trascendentale dell'uomo e della sua arte. Amici e amiche, vi lasciamo e ci complimentiamo con voi, testimoni di un evento storico: l'Umanità, nella persona di Albrecht Dürer, ha dimostrato questa sera che partendo dalla cruda realtà in cui vive essa sa giungere talvolta all'Altissimo e al Sublime, e che se è vero che la polvere tornerà polvere, risulta anche che la polvere e la cenere di tanto in tanto sanno farsi pietra e Storia. Da Norimberga è tutto, vi auguriamo un buon proseguimento.

*Incidentalmente, si tratta della lepre (o coniglio nano?) della mia ex.

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