02 gennaio 2007

Confutazione

Non è vero che il tempo è cattivo, non è vero che i ricordi non contano. Se può esistere un luogo (una città, un prato d'erba bagnata, la cucina in cui lei taglia le verdure per la cena. Appoggiato allo stipite, la osservi), che è la proiezione dello spazio nella realtà, allora esiste anche il momento, che è il modo in cui il tempo agisce nelle nostre vite. Il tempo scorre, e per fortuna, ma il momento esiste per sempre. Il ricordo è una teca, in cui si conservano i momenti: tu su quel ponte non ci sei più, posso convenire, d'altra parte il cambiamento è la matrice della vita; ma se lei un giorno si accosta allo stesso parapetto e fuma, è solo perché una volta ci sei stato. E non sei stato dimenticato.
Ché poi, il momento è la forma della felicità. In un nudo secondo, capita a volte che si ami più che in un'intera vita, senza fare fatica. Si hanno intuizioni fantasmagoriche e sensazioni acute che non avrebbero senso, se dovessero durare anni. Quel breve luccichio si perderebbe nel crepuscolo della vita, se davvero non si potesse combattere il tempo. Invece puoi prendere la tua palla di cristallo, aprirla e infilarci dentro il momento che ti interessa: lì dentro i giorni non passeranno mai. Non solo: se ti va, puoi girare la palla e far cadere della neve sul tuo ricordo, perché è tuo e lo pensi come vuoi.
In ultima analisi, il tempo è utile, perché ti permette di cambiare e di capire le cose (questo accade raramente, ma almeno uno ci prova). Ma quello che è successo una volta, se sta a cuore a qualcuno, esiste per sempre. Dunque non c'è alcun motivo di temere: finché vive chi ti vuol bene, non c'è chi ti cancelli dai tuoi luoghi.

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