Rino l'autodidatta e Giacomo il precursore
Anche qui in Germania, e come poteva essere altrimenti?, è giunta l'eco della pubblicità di "Panorama" con un Gattuso tranquillo e suadente che parla di Leopardi. Nell'attesa -verosimilmente breve- di una pubblicità de "l'Espresso" con Giacomo Leopardi, zombie e incazzato, che addenta crani umani e discetta di Gattuso, voglio solo far notare un paio di cosucce. La prima è l'articoletto del Corriere che dà notizia del Gattuso reclamizzatore. Leggetelo anche voi. Forse manca un "non", o almeno questo è ciò che penserebbe uno spirito razionale. Uno spirito stupido, tipo il mio, gode invece nell'immaginare che Gennaro Ivan Gattuso -non avendo potuto studiare per ragioni professionali- si sia formato leggendo e rileggendo volumi ponderosi, su nella sua cameretta a Glasgow o in ritiro a Perugia, mentre Gaucci sbraitava di là nel corridoio. E magari anche oggi, ad avversari che gli rinfacciano entrate troppo rudi, replichi soltanto Se Dio non esiste, tutto è permesso. E questa era la prima cosuccia.
La seconda faccenda è la poesia che, me ne sono ricordato ieri, Giacomo Leopardi da Recanati (MC) dedicò nel 1820-1823 a Gattuso: A un vincitore nel pallone. Ad una prima lettura non si capisce pressoché niente, lo so. Tuttavia, ad una seconda o anche terza, paiono evidenti i fitti richiami a G.I.G.: dalla rima "sovrasti-contrasti" nella prima strofa (e chi è colui che dei contrasti è per eccellenza il dominatore?), ai richiami al "popolar favore", al "greco acciaro" e alle "greche insegne" della seconda strofa (pare superfluo ricordare l'origine magnogreca del nostro eroe). Non siete ancora convinti? Guardate allora quello che dice Wikipedia di questa canzone: [essa] ...mostra disprezzo per il tedio di una vita come monotona ripetizione delle vicende umane e a cui solo il pericolo può ridare valore: solo chi giunge sulla soglia della morte può trovare dolcezza nel vivere. In pratica, questo è il senso del pensiero leopardiano: Gattuso sì che è un eroe (ma mi piace anche Tøfting), altro che quei fighetti tipo Ronaldinho e Beckham. Ce ne fossero di più, di Gattusi, non avremmo bisogno del Risorgimento e io non mi farei le seghe. Insomma, è vero che era gobbo, ma prima di tutto era uno sportivo serio.
categorie: gatty, leggo
La seconda faccenda è la poesia che, me ne sono ricordato ieri, Giacomo Leopardi da Recanati (MC) dedicò nel 1820-1823 a Gattuso: A un vincitore nel pallone. Ad una prima lettura non si capisce pressoché niente, lo so. Tuttavia, ad una seconda o anche terza, paiono evidenti i fitti richiami a G.I.G.: dalla rima "sovrasti-contrasti" nella prima strofa (e chi è colui che dei contrasti è per eccellenza il dominatore?), ai richiami al "popolar favore", al "greco acciaro" e alle "greche insegne" della seconda strofa (pare superfluo ricordare l'origine magnogreca del nostro eroe). Non siete ancora convinti? Guardate allora quello che dice Wikipedia di questa canzone: [essa] ...mostra disprezzo per il tedio di una vita come monotona ripetizione delle vicende umane e a cui solo il pericolo può ridare valore: solo chi giunge sulla soglia della morte può trovare dolcezza nel vivere. In pratica, questo è il senso del pensiero leopardiano: Gattuso sì che è un eroe (ma mi piace anche Tøfting), altro che quei fighetti tipo Ronaldinho e Beckham. Ce ne fossero di più, di Gattusi, non avremmo bisogno del Risorgimento e io non mi farei le seghe. Insomma, è vero che era gobbo, ma prima di tutto era uno sportivo serio.
categorie: gatty, leggo
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