Le grandi recensioni del Gattusometro-1
Khaled Hosseini, Il cacciatore di aquiloni
Titolo originale: The Kite Runner
Traduzione di Isabella Vaj
394 pag., Euro 17,50 – Edizioni Piemme
Alettone posteriore: qui si rivelano delle cose sulla trama! Cose grosse! Non leggete, se non volete correre il rischio di saperle, le cose!
Vi avranno parlato di questo libro. Non è affatto male, tutt'altro: prende e coinvolge e si divora in un pomeriggio. Specialmente se coltivate un interesse per gli aquiloni o per la sodomia, è un volume che fa davvero al caso vostro. Se poi alberga in voi un Aldo Busi infante, e conseguentemente siete attratti e affascinati da entrambi questi argomenti, non potrete che rimanere colpiti e incantati dalla prosa un po' polpettonesca e "americana", ma non certo spiacevole o pesante, di Khaled Hosseini (onore a chi ha effettuato la traduzione, in questi casi). Certo, ci sono anche delle cosette un po' forzate: il fatto che in tutto l'Afghanistan, negli anni tragici del colpo di stato filocomunista, poi dell'invasione sovietica e infine del regime talebano, ci sia un solo cattivo (come anche un solo ebreo, ma questo è noto e risaputo), pare vagamente irreale. Se poi il supercattivo è anche biondo, quel vago sentore di "artificioso" si addensa nell'aria. E basta con quella fionda: è già successo un fracco di pagine fa, fatti venire un'idea nuova, Khaled. Infine, un altro problema è il fatto che l'intreccio e con esso tutta la tensione del libro si risolvano a cento pagine dalla conclusione, cosicché tutto il resto del volume, non per colpa della scrittura di Hosseini, sono un continuo e sempre più svogliato domandarsi "quando arriva la fine?". Il punto è che uno si rilassa dopo che la storia è chiusa: non posso continuare a fremere di suspense se i malvagi sono fuori combattimento e l'eroe è al sicuro. E' come chiedermi di mantenere l'erezione dopo che ho eiaculato: non è cattiveria, diciamo solo che va contro le più elementari leggi dell'idraulica e della narrativa.
Detto questo, mi auguro che vogliate farvi un'idea personale su "Il cacciatore di aquiloni" comprando il volume o facendovelo prestare da uno dei molti amici che l'hanno già letto. Tanto il dr. Hosseini se ne frega se lo acquistate o no: lui fa il medico nella California del Nord ed ha già venduto a Spielberg i diritti del film prossimo venturo, non ha certo bisogno di 15 euro in più per mettere assieme pranzo e cena. Abita mica a Kabul.
categorie: leggo, recensioni
Titolo originale: The Kite Runner
Traduzione di Isabella Vaj
394 pag., Euro 17,50 – Edizioni Piemme
Alettone posteriore: qui si rivelano delle cose sulla trama! Cose grosse! Non leggete, se non volete correre il rischio di saperle, le cose!
Vi avranno parlato di questo libro. Non è affatto male, tutt'altro: prende e coinvolge e si divora in un pomeriggio. Specialmente se coltivate un interesse per gli aquiloni o per la sodomia, è un volume che fa davvero al caso vostro. Se poi alberga in voi un Aldo Busi infante, e conseguentemente siete attratti e affascinati da entrambi questi argomenti, non potrete che rimanere colpiti e incantati dalla prosa un po' polpettonesca e "americana", ma non certo spiacevole o pesante, di Khaled Hosseini (onore a chi ha effettuato la traduzione, in questi casi). Certo, ci sono anche delle cosette un po' forzate: il fatto che in tutto l'Afghanistan, negli anni tragici del colpo di stato filocomunista, poi dell'invasione sovietica e infine del regime talebano, ci sia un solo cattivo (come anche un solo ebreo, ma questo è noto e risaputo), pare vagamente irreale. Se poi il supercattivo è anche biondo, quel vago sentore di "artificioso" si addensa nell'aria. E basta con quella fionda: è già successo un fracco di pagine fa, fatti venire un'idea nuova, Khaled. Infine, un altro problema è il fatto che l'intreccio e con esso tutta la tensione del libro si risolvano a cento pagine dalla conclusione, cosicché tutto il resto del volume, non per colpa della scrittura di Hosseini, sono un continuo e sempre più svogliato domandarsi "quando arriva la fine?". Il punto è che uno si rilassa dopo che la storia è chiusa: non posso continuare a fremere di suspense se i malvagi sono fuori combattimento e l'eroe è al sicuro. E' come chiedermi di mantenere l'erezione dopo che ho eiaculato: non è cattiveria, diciamo solo che va contro le più elementari leggi dell'idraulica e della narrativa.
Detto questo, mi auguro che vogliate farvi un'idea personale su "Il cacciatore di aquiloni" comprando il volume o facendovelo prestare da uno dei molti amici che l'hanno già letto. Tanto il dr. Hosseini se ne frega se lo acquistate o no: lui fa il medico nella California del Nord ed ha già venduto a Spielberg i diritti del film prossimo venturo, non ha certo bisogno di 15 euro in più per mettere assieme pranzo e cena. Abita mica a Kabul.
categorie: leggo, recensioni
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