Una novella per bambini (e nani)
Il sole scendeva lento su Senigallia. Più lentamente ancora saliva la marea. I gabbiani sciamavano in mille gruppi al porto canale, alla foce del Cesano, intorno ad un paio di sacchi dell'immondizia mal chiusi, ovunque si presumesse la presenza di cibo. Gli uccelli lanciavano i loro versi stridenti sulla città assuefatta che neanche li sentiva.
Una coppia di uccelli se ne stava su un muretto dalle parti dei Portici; avevano risalito il Misa e avevano trovato un posto tranquillo per discutere dei fatti loro.
Il primo disse:"Oh, senti questa Gionata, questa è bella: gem davanti al Dom, spettam le marangane che sgappan dala Messa e je cagam sula testa! Bell'idea, no?"
"Non so. Non ne ho tanta voglia".
"Ho capit'. Spe', fam cuscì: spetam che sgappan dala Messa, boccam ntel Dom e cagam in testa ala statua de Papa Mastai Feretti*. Questa è bella, no?".
"Veramente non mi convince neanche questa".
"Alo' co' voi? Cagam in testa a Fabri Fibra? Ce sto, anche se Mr. Simpatia è 'n gran disc'".
"Ma la vita non è solo cacare...". Il gabbiano Gionata Staffolani guardò un punto lontano davanti a sé, mentre ascoltava con sorpresa i suoi stessi pensieri. "E poi, se vuoi la verità, sono stanco di volarmene sopra Senigallia".
"E do' cazzo voi gi'? El gabbia' s'nigajes' è fatt' per sta' a S'nigaja. E po' sa quela trippa che t'artrovi non arivi manc' a Ostra. Vara, m'hai rott' i cujo', fatte da' ntel cul". Disse così e volò via, planando spericolato a pochi metri dal fiume.
Gionata sospirò. Da qualche tempo quell'idea assurda lo rodeva. Gli sembrava impossibile che la sua vita fosse limitata a quella città, quelle piazze, quegli scogli, quella spiaggia che sembrava infinita agli umani e che a lui era venuta a noia da un pezzo. Era condannato davvero a finire la sua vita tra quei compagni che non riconosceva più e quegli orizzonti che giudicava angusti? Gli pareva che tutti gli uccelli di Senigallia stridessero contemporaneamente "Tant'è a cul'mo'!", in risposta alla sua muta domanda. Ma lui non poteva accettare quella sentenza.
(1. Continua).
*le opinioni anticlericali del personaggio non sono necessariamente condivise dall'autore.
categorie: lonely-marken, raccontini
Una coppia di uccelli se ne stava su un muretto dalle parti dei Portici; avevano risalito il Misa e avevano trovato un posto tranquillo per discutere dei fatti loro.
Il primo disse:"Oh, senti questa Gionata, questa è bella: gem davanti al Dom, spettam le marangane che sgappan dala Messa e je cagam sula testa! Bell'idea, no?"
"Non so. Non ne ho tanta voglia".
"Ho capit'. Spe', fam cuscì: spetam che sgappan dala Messa, boccam ntel Dom e cagam in testa ala statua de Papa Mastai Feretti*. Questa è bella, no?".
"Veramente non mi convince neanche questa".
"Alo' co' voi? Cagam in testa a Fabri Fibra? Ce sto, anche se Mr. Simpatia è 'n gran disc'".
"Ma la vita non è solo cacare...". Il gabbiano Gionata Staffolani guardò un punto lontano davanti a sé, mentre ascoltava con sorpresa i suoi stessi pensieri. "E poi, se vuoi la verità, sono stanco di volarmene sopra Senigallia".
"E do' cazzo voi gi'? El gabbia' s'nigajes' è fatt' per sta' a S'nigaja. E po' sa quela trippa che t'artrovi non arivi manc' a Ostra. Vara, m'hai rott' i cujo', fatte da' ntel cul". Disse così e volò via, planando spericolato a pochi metri dal fiume.
Gionata sospirò. Da qualche tempo quell'idea assurda lo rodeva. Gli sembrava impossibile che la sua vita fosse limitata a quella città, quelle piazze, quegli scogli, quella spiaggia che sembrava infinita agli umani e che a lui era venuta a noia da un pezzo. Era condannato davvero a finire la sua vita tra quei compagni che non riconosceva più e quegli orizzonti che giudicava angusti? Gli pareva che tutti gli uccelli di Senigallia stridessero contemporaneamente "Tant'è a cul'mo'!", in risposta alla sua muta domanda. Ma lui non poteva accettare quella sentenza.
(1. Continua).
*le opinioni anticlericali del personaggio non sono necessariamente condivise dall'autore.
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