Tre racconti in una giornata
Come faceva sempre, il distinto signore della scala B si recò a fare colazione nella pasticceria dall'insegna gialla, situata sull'altro lato della trafficata strada di prima periferia. Entrando, notò che la cameriera era una ragazza nuova, che non aveva mai visto nel quartiere; una ragazza alta, con i capelli color cenere e gli occhi giallo scuri. Ordinò un caffè lungo e una fetta di torta alla nocciola, come sempre. La cameriera, inabituata a quella pronuncia sbiascicata, gli servì una fetta di torta alla fragola, pur con il dubbio di aver capito male.
Il distinto signore guardò la torta e poi la ragazza; lei guardò il signore che la guardava, poi la torta.
Il signore pensò che non era il caso di fare storie e magari di esporre la nuova cameriera ad una figuraccia davanti agli altri clienti. Prese il piattino e si mise al tavolo. Mentre affondava il cucchiaino si avvide con stupore di non aver mai mangiato prima delle fragole; per quel che si ricordava, da ragazzo gli sembravano troppo colorate e volgari, da adulto le aveva giudicate frivole, da vecchio le aveva dimenticate. Quanto al gusto, concordava con chi le definiva troppo dolci, pur non avendole mai assaggiate.
Per un deprecabile caso del destino, il distinto signore aveva un'allergia alle fragole. Comprensibilmente, non gli era mai stata diagnosticata. Mentre si dibatteva in terra tra lo sgomento degli altri clienti, l'anziano ricordò una scena simile, vissuta al tempo nebuloso della sua infanzia. Poi perse conoscenza.
Quello fu un pessimo primo giorno di lavoro, per la ragazza con i capelli color cenere.
***
Il matto del paese era conosciuto da tutti come un tipo rumoroso ed innocuo. Nessuno credeva alle sue storie, la sera al bar quando ritornava tutto sporco, dopo intere giornate passate nei boschi ad accumulare quello che la gente ha abbandonato o non cerca più. Quando la baracca in cui viveva dovette essere abbattuta per fare posto ad una nuova strada, non ci fu nessuna difficoltà: lo invitarono al bar, gli pagarono parecchi giri e lo fecero parlare delle sue grotte e dei suoi nascondigli ricolmi di tesori. Quando uscì dal bar, molte ore dopo il suo ingresso, non trovò più la baracca. I ragazzi che lo seguirono per farsi quattro risate riferirono che non aveva neanche bestemmiato. Stette qualche tempo riparato nei boschi, senza che la gente del paese si preoccupasse. La stagione era mite e lui conosceva i posti. E poi, non aveva forse i suoi rifugi segreti?
Un giorno tornò con delle assi grezze, alberi fino a poco tempo prima, e si diresse al centro della nuova rotatoria. In pochi giorni costruì una nuova baracca.
Passò poco tempo, e molti si diressero dal sindaco e dai carabinieri a protestare: la costruzione era rozza e brutta, bassa e rincagnata come un bunker, inoltre il matto sbraitava alle auto e minacciava i passanti; insomma c'erano parecchi motivi per intervenire. I vigili urbani e i militi non presero la cosa sul serio, all'inizio. Un giorno però il matto cominciò a piantare pali aguzzi all'esterno della sua baracca e a lanciare i rametti spezzati, inservibili per il suo progetto, contro le auto che sfrecciavano intorno alla sua proprietà. Allora finalmente calzarono i cappelli ed intervennero. Ma il matto aveva già piazzato la mitragliatrice.
***
Aveva desiderato quella donna per mesi. Era incantato da quella creatura. La sua bellezza era nulla rispetto al piacere che gli procurava il suono della sua voce; a sua volta, questo era un godimento minimo e insignificante, se paragonato all'orgasmo che gli causava l'odore di lei. Costruì il nido in cui aveva intenzione di accogliere il loro amore con la meticolosità e la precisione degli uccellini; fino al giorno in cui lei lo invitò a cena a casa sua.
Era bellissima, quella sera, e tra loro non c'erano più steccati né segreti. Lui tremò di gioia quando lei gli accarezzò l'avambraccio.
Si baciarono a lungo. Lui conobbe la morbidezza del corpo di lei. Si spogliarono in salotto e si contemplarono nudi. Lei lo prese per mano e lo condusse al suo letto. Lui volle andare in bagno, perché aveva bevuto un po' e soprattutto perché il cuore gli batteva a mille. Si guardo allo specchio e si vide felice e realizzato: lei era la donna che sognava. Pensò a quella notte di passione che stava per cominciare; pensò al risveglio del giorno successivo e ai mille risvegli che sarebbero seguiti, sempre sdraiati fianco a fianco. Non ebbe difficoltà ad immaginare i suoi figli nati da quella donna, la vita comune che li attendeva, la vecchiaia affrontata mano nella mano.
La bellissima donna sentì una folata fredda ed una porta che sbatteva. Dalla finestra del bagno, lo osservava incredulo mentre correva in strada, nudo in mezzo ai clacson. Sentendosi chiamato, egli accelerò e schizzò via. Lei continuava a stringere la maglia che odorava di lui.
categorie: raccontini
Il distinto signore guardò la torta e poi la ragazza; lei guardò il signore che la guardava, poi la torta.
Il signore pensò che non era il caso di fare storie e magari di esporre la nuova cameriera ad una figuraccia davanti agli altri clienti. Prese il piattino e si mise al tavolo. Mentre affondava il cucchiaino si avvide con stupore di non aver mai mangiato prima delle fragole; per quel che si ricordava, da ragazzo gli sembravano troppo colorate e volgari, da adulto le aveva giudicate frivole, da vecchio le aveva dimenticate. Quanto al gusto, concordava con chi le definiva troppo dolci, pur non avendole mai assaggiate.
Per un deprecabile caso del destino, il distinto signore aveva un'allergia alle fragole. Comprensibilmente, non gli era mai stata diagnosticata. Mentre si dibatteva in terra tra lo sgomento degli altri clienti, l'anziano ricordò una scena simile, vissuta al tempo nebuloso della sua infanzia. Poi perse conoscenza.
Quello fu un pessimo primo giorno di lavoro, per la ragazza con i capelli color cenere.
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Il matto del paese era conosciuto da tutti come un tipo rumoroso ed innocuo. Nessuno credeva alle sue storie, la sera al bar quando ritornava tutto sporco, dopo intere giornate passate nei boschi ad accumulare quello che la gente ha abbandonato o non cerca più. Quando la baracca in cui viveva dovette essere abbattuta per fare posto ad una nuova strada, non ci fu nessuna difficoltà: lo invitarono al bar, gli pagarono parecchi giri e lo fecero parlare delle sue grotte e dei suoi nascondigli ricolmi di tesori. Quando uscì dal bar, molte ore dopo il suo ingresso, non trovò più la baracca. I ragazzi che lo seguirono per farsi quattro risate riferirono che non aveva neanche bestemmiato. Stette qualche tempo riparato nei boschi, senza che la gente del paese si preoccupasse. La stagione era mite e lui conosceva i posti. E poi, non aveva forse i suoi rifugi segreti?
Un giorno tornò con delle assi grezze, alberi fino a poco tempo prima, e si diresse al centro della nuova rotatoria. In pochi giorni costruì una nuova baracca.
Passò poco tempo, e molti si diressero dal sindaco e dai carabinieri a protestare: la costruzione era rozza e brutta, bassa e rincagnata come un bunker, inoltre il matto sbraitava alle auto e minacciava i passanti; insomma c'erano parecchi motivi per intervenire. I vigili urbani e i militi non presero la cosa sul serio, all'inizio. Un giorno però il matto cominciò a piantare pali aguzzi all'esterno della sua baracca e a lanciare i rametti spezzati, inservibili per il suo progetto, contro le auto che sfrecciavano intorno alla sua proprietà. Allora finalmente calzarono i cappelli ed intervennero. Ma il matto aveva già piazzato la mitragliatrice.
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Aveva desiderato quella donna per mesi. Era incantato da quella creatura. La sua bellezza era nulla rispetto al piacere che gli procurava il suono della sua voce; a sua volta, questo era un godimento minimo e insignificante, se paragonato all'orgasmo che gli causava l'odore di lei. Costruì il nido in cui aveva intenzione di accogliere il loro amore con la meticolosità e la precisione degli uccellini; fino al giorno in cui lei lo invitò a cena a casa sua.
Era bellissima, quella sera, e tra loro non c'erano più steccati né segreti. Lui tremò di gioia quando lei gli accarezzò l'avambraccio.
Si baciarono a lungo. Lui conobbe la morbidezza del corpo di lei. Si spogliarono in salotto e si contemplarono nudi. Lei lo prese per mano e lo condusse al suo letto. Lui volle andare in bagno, perché aveva bevuto un po' e soprattutto perché il cuore gli batteva a mille. Si guardo allo specchio e si vide felice e realizzato: lei era la donna che sognava. Pensò a quella notte di passione che stava per cominciare; pensò al risveglio del giorno successivo e ai mille risvegli che sarebbero seguiti, sempre sdraiati fianco a fianco. Non ebbe difficoltà ad immaginare i suoi figli nati da quella donna, la vita comune che li attendeva, la vecchiaia affrontata mano nella mano.
La bellissima donna sentì una folata fredda ed una porta che sbatteva. Dalla finestra del bagno, lo osservava incredulo mentre correva in strada, nudo in mezzo ai clacson. Sentendosi chiamato, egli accelerò e schizzò via. Lei continuava a stringere la maglia che odorava di lui.
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