02 agosto 2006

Inutilità dei conigli

La mia donna (diamo per scontato che lo sia, per questo post) ha un coniglio. Anzi, non è propriamente un coniglio: almeno a suo dire, è una lepre. A cosa serve una lepre che vive in bagno, in una sua gabbietta per lepri -radicalmente diversa da quella per conigli: salta agli occhi l'assenza di un frigobar, di un campo da calcetto, di un'orchestrina jazz? A niente. Cosa fa una lepre, intesa come animale domestico? Nulla. Secondo me oltretutto è un coniglio nano. Questo spiegherebbe d'altronde come mai frotte di aristocratici inglesi con le loro mute di cani bavosi non si accalcano alla porta di casa della mia donna per addestrare i suddetti cani bavosissimi alla caccia. Ciò è in ogni caso un bene, perché così l'uscio di casa della mia donna non deve essere continuamente nettato della bava degli orrendi cani e delle deiezioni di Lord Simon e Sir Garfunkel (non lo scopro certo io che gli inglesi sono sporchissimi). Ma lasciamo da parte la carente igiene personale degli albionici e torniamo al coniglio/lepre. Esso, pur essendo lautamente ricompensato con cibo per conigli, insalata e altre cazzatine, manifesta la sua gratitudine rifuggendo ogni contatto con umani (tranne quando stai cagando; allora si approssima ai tuoi boxer calati, denotando non so quale interesse), nascondendosi negli interstizî, emettendo rumori francamente fastidiosi e anche scagacciando in giro. A mio parere sarebbe ora di mangiarla, per insegnarle l'educazione (qualsiasi cosa sia, è una femmina). I tedeschi, che notoriamente sono un grande popolo, non a caso utilizzano l'espressione "Mein Name ist Hase" (io mi chiamo lepre) per significare "non so proprio niente". Una lepre non sa niente, non fa niente, è saporita ma se ti affezioni non la puoi neanche mangiare. Nel vostro bagno allevate piuttosto dei romantici, soffici, intelligenti e sensuali orsi.

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