25 ottobre 2006

Rudimenti di psicologia

Leggevo su L'Unità di ieri un articolo sull'omosessualità. Pare che anche al giorno d'oggi, nel 2006, dopo secoli e millenni in cui hanno vissuto sulla terra uomini di valore e ingegno gay (o anche biadesivi), sia ancora un trauma e una difficoltà insormontabile quella di fare i conti con le proprie inclinazioni sessuali e soprattutto di rivelarle ai propri cari. A questo proposito ho pensato di mettere la mia facondia a disposizione di tutti quei giovani e quelle giovani gay che non trovano le parole per dirlo. Non mi ringraziate, lo faccio per bontà d'animo.

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"Babbo, mamma, avete presente Cecchi Paone? Beh, ho paura di esser diventato come lui".
"Eh? Ma... ma non vorrai mica metterti quelle orrende bretelle?!".
"No, babbo, nel senso che sono omosessuale".
"...Ma vaffanculo, per un attimo ci hai fatto preoccupare".

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"Babbo, mamma, vi annuncio con fierezza ed a testa alta che anch'io, come un genio del calibro di Leonardo da Vinci, sono omosessuale".
"Bene. Ecco, prendi, questi sono i pennelli e questa è la tavolozza. E se entro sei mesi non esponi al Guggenheim ti taglio i coglioni".

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"Babbo, mamma, non voglio più nascondermi, non voglio più aver paura di quello che mormora la gente: da oggi in poi lo dico forte e chiaro, che sono gay e non c'è nulla di cui vergognarsi".
"Scusa, su Sky danno Osasuna-Impero Sasanide e non t'abbiamo sentito. Puoi ripetere a voce alta?".

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"Babbo, mamma, statemi bene a sentire: sono una donna, ho diritto alla mia vita e alle mie scelte. Non c'è consuetudine barbara, né vergogna, né ipocrisia travestita da religione che possa cambiare la mia natura e le mie convinzioni: sono lesbica e voglio vivere come tale".
"Tutta questa storia per dire che ti piace la cocchia? Anche a me, figlia mia, ma non è che mi metto a rompere i coglioni in questa maniera".

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"Babbo, mamma, è giusto che lo sappiate: io sono lesbica".
"Un altro vizio preso da tuo padre, figlia mia. Che razzaccia che siete".

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"Babbo, mamma, voglio dirvi che sono lesbica, che mi sono innamorata di una persona e che vogliamo andare a dividere insieme la nostra vita e la nostra intimità".
"Vai a vivere con un'altra donna?!".
"Sì".
"E va bè, almeno avrete sempre la casa pulita".

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"Babbo, mamma, ho una decisione importante da comunicarvi: ho deciso di entrare nell'Udeur, perché sono convinto ed affascinato dalla schietta moralità e dal carisma di Mastella".
"Che cosa!? Ma, dico, sei completamente impazzito? Vuoi gettare il discredito su questa casa? Tu non sei più mio figlio! Non lo sei mai stato!".
"No, scherzo, babbo: in realtà sono finocchio".
"...".
"...".
"Che scherzo di merda. Per un momento ho temuto che avessimo completamente sbagliato nel darti un'educazione, che fossimo venuti meno ai nostri compiti di genitori e non fossimo riusciti a darti la rettitudine che è necessaria in questa vita. Per fortuna che lo prendi solo in culo".
"Già".
"Ti dispiace passarmi il telecomando?".

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