Un aperitivo d'affari
-Buonasera a tutti!
-Ciao.
-…
-…
-Dai, versami un frizzantino.
-Ce li hai i soldi?
-Adesso no. Però ho pensato di cedere la casa natale di Leopardi ai sudafricani, sai che quelli hanno un sacco di soldi per via dei diamanti e dei negri, e cercano un poeta nazionale perché senza poeta nazionale la popolazione s’intristisce e la pasta asciutta sembra sempre sciapa. Leopardi ci sta bene per via del nome, quelli giustamente sono africani e cercano qualcosa di tipico. Anzi, se i romagnoli sono d’accordo dopo vendo Pascoli ai Masai. Ad ogni modo, io faccio sventolare la bandiera della nazione arcobaleno sul colle di Recanati, guadagno un sacco di soldi e sono tutti soddisfatti. E tu ora mi versi un frizzantino.
-No.
-Dici che lo Stato Italiano tiene troppo alla cultura per rinunciare alle sue glorie nazionali? Obiettivamente hai ragione. Poco male, per fortuna ho un’idea migliore: stacco la Rotonda di Senigallia dalla terra ferma, piazzo dei cuscinetti d’aria compressa al di sotto della superficie e ne faccio il più grande tagadà dell’Adriatico. Verrà gente anche dai Grigioni e da Modena, per fare un giro sull’Artistico e Ineguagliabile Tagadà di Senigallia. Magari sfondiamo il soffitto, o lo rifacciamo di vetro e carbonio, così mentre vomiti vedi le stelle. O no? Sono tutti d’accordo, a me come ideatore della cosa arrivano entrate su entrate e mi intervista il TG2, e io dico che tu sei il mio barista preferito e ti faccio fare bella figura con l’opinione pubblica. Ma bisogna che mi versi prima un frizzantino.
-No.
-Beh, ti capisco, c’è un fattore di rischio troppo alto. Allora diciamo che vendo Chivu all’Acqualagna; faccio balenare al sindaco la possibilità di piazzare i tartufi sul ricco mercato transilvano, quello s’invoglia, tira fuori quei quindici milioni di euro e l’anno prossimo seguono l’Eccellenza marchigiana da Costanza a Timisoara. Te l’immagini che colpaccio di marketing, le magliette del Piano San Lazzaro nei negozi di Bucarest? Io ci prendo una commissione, chiedo poco, eh: quel milioncino per il futuro, e tu intanto mi versi un frizzantino.
-No.
-Perché tu credi che Chivu sia un po’ troppo fragile per l’Eccellenza marchigiana? Non hai tutti i torti, si sa che da noi si gioca di cuore e di pedate, quello è fino come un ago di pino, a Cingoli me lo rovinano. Però se affitto un aereo cargo, sposto uno o due castelli di Arcevia in Bassa Sassonia, diciamo verso Osnabrück, tanto chi se ne accorge? ce ne sono un’infinità e non ci abita nessuno, i tedeschi sono contenti di avere la campagna marchigiana sotto casa, pagano un biglietto per entrare e bere una weize scura sulle mura di Loretello, noi dividiamo i proventi e tu adesso mi versi un frizzantino.
-…
-…
-Spiegami bene i dettagli del trasferimento aereo.
-Tu riempi meglio quel bicchiere, ché con la bocca secca non si può mica parlare.
categorie: lonely-marken, raccontini
-Ciao.
-…
-…
-Dai, versami un frizzantino.
-Ce li hai i soldi?
-Adesso no. Però ho pensato di cedere la casa natale di Leopardi ai sudafricani, sai che quelli hanno un sacco di soldi per via dei diamanti e dei negri, e cercano un poeta nazionale perché senza poeta nazionale la popolazione s’intristisce e la pasta asciutta sembra sempre sciapa. Leopardi ci sta bene per via del nome, quelli giustamente sono africani e cercano qualcosa di tipico. Anzi, se i romagnoli sono d’accordo dopo vendo Pascoli ai Masai. Ad ogni modo, io faccio sventolare la bandiera della nazione arcobaleno sul colle di Recanati, guadagno un sacco di soldi e sono tutti soddisfatti. E tu ora mi versi un frizzantino.
-No.
-Dici che lo Stato Italiano tiene troppo alla cultura per rinunciare alle sue glorie nazionali? Obiettivamente hai ragione. Poco male, per fortuna ho un’idea migliore: stacco la Rotonda di Senigallia dalla terra ferma, piazzo dei cuscinetti d’aria compressa al di sotto della superficie e ne faccio il più grande tagadà dell’Adriatico. Verrà gente anche dai Grigioni e da Modena, per fare un giro sull’Artistico e Ineguagliabile Tagadà di Senigallia. Magari sfondiamo il soffitto, o lo rifacciamo di vetro e carbonio, così mentre vomiti vedi le stelle. O no? Sono tutti d’accordo, a me come ideatore della cosa arrivano entrate su entrate e mi intervista il TG2, e io dico che tu sei il mio barista preferito e ti faccio fare bella figura con l’opinione pubblica. Ma bisogna che mi versi prima un frizzantino.
-No.
-Beh, ti capisco, c’è un fattore di rischio troppo alto. Allora diciamo che vendo Chivu all’Acqualagna; faccio balenare al sindaco la possibilità di piazzare i tartufi sul ricco mercato transilvano, quello s’invoglia, tira fuori quei quindici milioni di euro e l’anno prossimo seguono l’Eccellenza marchigiana da Costanza a Timisoara. Te l’immagini che colpaccio di marketing, le magliette del Piano San Lazzaro nei negozi di Bucarest? Io ci prendo una commissione, chiedo poco, eh: quel milioncino per il futuro, e tu intanto mi versi un frizzantino.
-No.
-Perché tu credi che Chivu sia un po’ troppo fragile per l’Eccellenza marchigiana? Non hai tutti i torti, si sa che da noi si gioca di cuore e di pedate, quello è fino come un ago di pino, a Cingoli me lo rovinano. Però se affitto un aereo cargo, sposto uno o due castelli di Arcevia in Bassa Sassonia, diciamo verso Osnabrück, tanto chi se ne accorge? ce ne sono un’infinità e non ci abita nessuno, i tedeschi sono contenti di avere la campagna marchigiana sotto casa, pagano un biglietto per entrare e bere una weize scura sulle mura di Loretello, noi dividiamo i proventi e tu adesso mi versi un frizzantino.
-…
-…
-Spiegami bene i dettagli del trasferimento aereo.
-Tu riempi meglio quel bicchiere, ché con la bocca secca non si può mica parlare.
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