08 agosto 2010

Quando finisce un amore

L'amore è senza dubbio una cosa grande; per alcuni, che la fanno magari un po' troppo emotiva, è la più grande di tutte. Di sicuro si tratta di una faccenda delicata e pericolosa, che a volte mette uomini e donne di fronte a situazioni da cui è ben difficile, o piuttosto impossibile, uscire senza arrecare dolore a se stessi e a qualcun altro.
Mi riferisco ovviamente al momento in cui un amore finisce e bisogna prendere atto della triste novità. Lo si sa bene, è già stato scritto troppo sull'estrema durezza di quei momenti, sul balletto torturante di rimorsi e pentimenti che avviene nella mente del carnefice, sull'effetto annichilente che ha sulla vittima quella decisione, come una mazza ferrata calata su un capo scoperto.
Ma questo, a ben vedere, è nulla: siamo abituati, antropocentrici come siamo, a porre a scala di tutto i rapporti tra esseri umani, e ci pare che le nostre interazioni siano tutto il mondo. Ma non è così: e, in questi casi, non sono né le più complesse né le più dolorose. Lo sanno bene i cinofili, persone schive, nascoste nella folla, che paiono distratte e disattente e invece sono solo perdute nei propri pensieri, immerse nel ricordo di un recente dialogo che è costato loro così tanto (-Senti, tra noi non funziona più... [rrrhrrhhhr...] -Ti amo ancora, ma abbiamo bisogni diversi [bau!! grrrr!! bau!!] -Non rendiamo le cose ancora più difficili, ti supplico).
Certo, questo accade soltanto a chi ha rispetto, a chi ritiene che la fine di un rapporto meriti almeno la chiarezza e il rispetto; ma quante volte, invece, quante volte un vigliacco - o un debole - si limita a lanciare uno stecco al proprio amato, e quando questi lo riporta, pieno di bava e d'amore, non trova che il vuoto. Ma si può fuggire così? È giusto? Sempre che in amore si possa parlare di giustizia.
I cinofili più seri, quelli che dell'amore conoscono e riconoscono anche il peso e le responsabilità, costoro non fuggono: affrontano le conseguenze delle proprie scelte, e si chiudono in una stanza con il proprio cane - quel cane che non ha mai concepito l'idea che le cose potessero finire, e tuttora non se ne capacita - e difendono le proprie ragioni, o soltanto i propri sentimenti.
Quei cinofili lì, i cinofili che escono da un amore, li riconosci tra la folla: hanno facce confuse e addolorate, e i pantaloni blu, sotto il ginocchio, sono strappati a morsi.

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