09 agosto 2006

Cultura e deiezioni


Questa settimana mi sono divertito molto. La piacevole sonorità della parlata marchigiana è tornata a risuonare in riva al placido Pegnitz, grazie ad una gradita visita di un paio di amici. Per questo motivo in pratica non dormo da sei giorni, almeno non in maniera soddisfacente, e sto scoprendo nuovi orizzonti della capacità umana (capacità nel senso di "quanto liquido si può versare in un determinato contenitore prima che il contenitore stesso crolli a terra ubriaco"). Peccato che ormai dieci anni fa abbia preso la sciagurata decisione di tagliarmi i capelli fluenti, altrimenti con i miei occhiettini piiiiccoli sarei davvero somigliante al quadro di Julian Opie che potete vedere anche voi, qui a destra. Però quella è una donna, a dire il vero.
Ma questo in ogni caso non interessa a nessuno. Quello che interessa a tutti, o perlomeno alle persone sensibili, sensate e sensuali, è il Neues Museum Nürnberg, cioè il Museo d'Arte Contemporanea. Se vi capita di andare a Norimberga visitatelo. Se invece passate per Lecco non dimenticate di buttarvi nel lago, possibilmente dopo avere assicurato le vostre estremità ad una pietra calcarea (questa era un'invettiva del tutto gratuita, da cui mi dissocio all'istante).

Quello che comunque stavo cercando di tirare dentro al discorso è la merda d'artista. Questa che vedete qui, una delle novanta realizzate da Piero Manzoni e vendute all'equivalente del loro peso, trenta grammi, però in oro. Geniale, no? Non vengo certo a spiegare a voi acuti conoscitori di vasti campi dello scibile umano la sottile ironia dell'equivalenza merda=oro stabilita dall'artista stesso. Quello che mi ha colpito è che adesso il prezzo stimato di una scatoletta della serie è salito moltissimo. Se ne deduce che:
1)della deriva presa dalla moderna società, Manzoni aveva già capito tutto più di quaranta anni fa;
2)nella suddetta moderna società, capita talvolta che la merda valga più dell'oro.

Vi dirò che questo l'avevo già sospettato.

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