16 marzo 2007

A pagina 217 trovi scritto che le ho voluto bene


-Vai un po' a vedere che ha fatto la Spal, lunedì mi sono scordato di guardare.
-Sei appassionato, eh?
-E' la bella squadra di una bella città. E' difficile non tifarle.
-Mi ricordo quando avevi la maglietta.
-Ce l'ho ancora. Quella antica e buffa, con il cerbiattino al posto dello stemma di Ferrara.
-Bella anche la maglia.
-Stupenda. In Italia, senza rivali.
-Beh, ci sono Lecco ed Alessandria.
-Parzialmente vero. La Spal però è più normale e altrettanto bella. E poi fa simpatia a tutti: mi ricordo quando giravo per la città universitaria, tutto biancazzurro, e mi sorridevano tutti.
-A Roma.
-A Roma, sì. E' rimasta un po' legata a quel periodo, quella maglia: la tiro fuori dall'armadio, osservo le righe e mi accorgo che continuano sull'asfalto cupo di un quartiere austero, si inerpicano per la salita della B* e arrivano ad una casa precisa.
-Non dirmi che hai sedotto una ragazza con la maglia della Spal!
-No. Non ho sedotto nessuno con quella maglia, tranne un ultras del Potenza, una volta.
-Che culo.
-Sedurre dà sempre soddisfazione. Che si seduca una donna, un uomo, un gatto. Il gatto ne dà di più, anzi, perché è più difficile.
-Ma parlavi di una donna, adesso.
-Sì. Una ragazza con gli occhi verdi, verdi, verdi e la pelle chiara chiara, di porcellana. E le labbra come salmone, che non si poteva smettere di baciare.
-E la Spal?
-Niente. Mi ricordo una domenica pomeriggio in quella casa, ho puntato il gomito sul cerbiattino per togliere la maglia, l'ultima cosa che avevo indosso. Mi aveva chiesto di fare l'amore prima che me ne andassi.
-E tu non potevi fare sesso con indosso quei gloriosi colori? Sarebbe stata una delle rare vittorie della Spal negli ultimi quindici anni.
-Non fare il cretino. A parte che nessuna donna vuole alzare gli occhi ebbri e addolciti verso il suo amante e leggere "CASSA RISPARMIO FERRARA".
-Non sono mai stato una donna, tuttavia posso concordare.
-Io mi metto nudo, ad ogni modo. Anzi, all'epoca avevo il suo bracciale, poi l'ho perduto dalle parti di Via Palestro, una merdosa giornata di un altro autunno, due anni dopo. L'ho cercato come un pazzo, mi è caduto dal braccio e non volevo che scomparisse dal cuore.
-Non funziona mica così.
-Lo so, ma saperlo non basta.
-Bisogna pure accontentarsi di qualcosa.
-E' vero. Abbiamo fatto l'amore e sono uscito da quella cosa. Non sono mai più rientrato.
-E questo lo sapevi?
-Non ne avevo la minima idea, che sarebbe finita così. Mi sono rivestito a cipolla -maglia da pallone, felpa con cappuccio, giaccone- e me ne sono andato. Sul bus ho cominciato a leggere Saramago, Storia dell'assedio di Lisbona. In tre giorni, Mogueime e Ouroana si sono avvicinati e io e la ragazza con gli occhi verdi ci siamo persi. Buffo, non ci avevo mai pensato.
-E che rimane di voi?
-Rimane una maglia da pallone nell'armadio, che è l'ultima cosa che mi parla di un amore a righe strette, strette come l'abbraccio di lei. E poi resta un sorriso, che diventa un rimpianto, che è di nuovo un sorriso.
-Comunque la Spal è messa abbastanza bene. Sarebbe ora che risalisse, d'altronde.
-Speriamo. Penso che presto la metterò di nuovo, quella maglia, la prossima volta che giochiamo.
-Presto.

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