Chiudere i blog (come forma di tutela della convivenza civile)
A volte mi trovo a disagio a scrivere. Non tanto per lo scrivere in sé, quanto per il fatto che poi qualcuno leggerà. Ho come l'impressione di essere nudo e di masturbarmi davanti a voi che mi guardate, seduti a mezzo metro da me. Ecco, almeno potreste evitare di prendere i pop corn.
E' che il blog in sé è una forma di comunicazione inaccettabile. Non mi interessa nulla di quello che un tizio qualsiasi fa nella propria vita privata e di come questi dilapida il proprio non rimpiazzabile tempo di vita componendo baggianate su discutibili template di splinder: non solo, credo che non dovrebbe interessare a nessuno. Pena, la deportazione. Bisogna riscoprire quello che il mondo moderno, col suo barbaro voyeurismo, ci ha tolto: la dimensione del privato, del sobrio, del personale.
E ve lo dice che uno che in questo preciso momento sta cacando (grande invenzione, le reti wireless).
categorie: blogdipersé, sensazioni
E' che il blog in sé è una forma di comunicazione inaccettabile. Non mi interessa nulla di quello che un tizio qualsiasi fa nella propria vita privata e di come questi dilapida il proprio non rimpiazzabile tempo di vita componendo baggianate su discutibili template di splinder: non solo, credo che non dovrebbe interessare a nessuno. Pena, la deportazione. Bisogna riscoprire quello che il mondo moderno, col suo barbaro voyeurismo, ci ha tolto: la dimensione del privato, del sobrio, del personale.
E ve lo dice che uno che in questo preciso momento sta cacando (grande invenzione, le reti wireless).
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