Cosa fa la gente durante le grandi piogge
Anche quella sera pioveva, come pioveva ormai da milioni di anni. Di nuovo gli toccava stare in casa; di nuovo niente aperitivo con gli amici ai tavolini davanti al baretto, di nuovo niente gita fuori porta, di nuovo osservare l'acqua che scendeva inarrestabile e monotona, e null'altro da fare. Sì, dicano pure che l'acqua è necessaria alla vita, parlino del periodo delle grandi piogge come di quello che getterà le basi per la fioritura a venire di tutti gli organismi viventi: è tutto vero, chi può negarlo?, ma intanto lui è ancora costretto a rincasare umido e di pessimo umore e a passare la serata incollato alle finestre che piangono a rivoli e a torrenti.
Accese la tv e guardò distrattamente le previsioni del tempo: ovviamente promettevano nient'altro che pioggia, pioggia su Modena, la sua città (che all'epoca nessuno chiamava ancora così), pioggia sull'Italia (anch'essa all'epoca priva di nome), pioggia sul mondo. Gli esperti annunciarono che c'era in ogni caso speranza che le cose migliorassero; era anzi inevitabile che arrivasse prima o poi un fine settimana assolato, che si potesse di nuovo osservare lo spettacolo della terra che si asciuga, che di nuovo tornassero a svolgersi i campionati interrotti ormai da tempo immemorabile. Prima o poi, dicevano gli scienziati con l'aria di chi sa con certezza il cosa, anche se ignora il quando, prima o poi gli oceani si sarebbero colmati, prima o poi la terra ribollente di lava si sarebbe totalmente raffreddata.
La tv disse che restava una macchia surriscaldata e inospitale alla vita dalle parti di Vercelli. Si era comunque fiduciosi che si trattasse di una questione di giorni, o di milioni di anni, perché anche quella macchia si riducesse alla ragione e il pianeta fosse dichiarato infine asciutto e vivibile. L'uomo volle fidarsi, non avendo di meglio da fare; aprì uno sportello e ne cavò fuori un paio di scarpe assolutamente nuovissime, poi chiamò i suoi amici per vedere chi era disponibile ad una partitella di calcio, magari per la settimana successiva.
(ho scritto anche questo, che prima o poi ripubblicherò anche qui, se non per altro per divertirmi a incasinare le chiavi di ricerca)
categorie: raccontini
Accese la tv e guardò distrattamente le previsioni del tempo: ovviamente promettevano nient'altro che pioggia, pioggia su Modena, la sua città (che all'epoca nessuno chiamava ancora così), pioggia sull'Italia (anch'essa all'epoca priva di nome), pioggia sul mondo. Gli esperti annunciarono che c'era in ogni caso speranza che le cose migliorassero; era anzi inevitabile che arrivasse prima o poi un fine settimana assolato, che si potesse di nuovo osservare lo spettacolo della terra che si asciuga, che di nuovo tornassero a svolgersi i campionati interrotti ormai da tempo immemorabile. Prima o poi, dicevano gli scienziati con l'aria di chi sa con certezza il cosa, anche se ignora il quando, prima o poi gli oceani si sarebbero colmati, prima o poi la terra ribollente di lava si sarebbe totalmente raffreddata.
La tv disse che restava una macchia surriscaldata e inospitale alla vita dalle parti di Vercelli. Si era comunque fiduciosi che si trattasse di una questione di giorni, o di milioni di anni, perché anche quella macchia si riducesse alla ragione e il pianeta fosse dichiarato infine asciutto e vivibile. L'uomo volle fidarsi, non avendo di meglio da fare; aprì uno sportello e ne cavò fuori un paio di scarpe assolutamente nuovissime, poi chiamò i suoi amici per vedere chi era disponibile ad una partitella di calcio, magari per la settimana successiva.
(ho scritto anche questo, che prima o poi ripubblicherò anche qui, se non per altro per divertirmi a incasinare le chiavi di ricerca)
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